Nel 2020 Walter Italia festeggia un importante compleanno: 80 anni di attività, tra momenti esaltanti e periodi più complessi, ma guardando sempre con fiducia al futuro
di Andrea Pagani
La longevità di una azienda è di per sé un importante indice legato a diversi parametri: capacità di evolversi nel corso del tempo, di sviluppare soluzioni in grado di rispondere a esigenze sempre nuove e, non meno importante, di valorizzare le risorse umane. È il caso di Walter Italia, che nel corso dei propri 80 anni di vita (nasce infatti nel 1940 a Milano come Usap, Utensileria Speciale Alta Precisione) ha affrontato tempi di guerre, boom economici e diverse crisi mondiali, contribuendo allo sviluppo tecnologico del settore degli utensili e ponendo le basi per una realtà che fa della competenza e del know how il proprio punto di forza.
Engineering Kompetenz
Il 1940 è l’anno di nascita di Usap per opera di Giovanni Mambretti. La società viene fondata a Milano grazie al concreto aiuto di Richard Walter. Un sodalizio con Walter che si protrarrà ed evolverà negli anni, facendo crescere l’azienda. Per proteggerla dai bombardamenti, nel 1943 la sede viene spostata a Fino Mornasco (CO), nei pressi della residenza privata di Mambretti. Qui viene costruito il primo edificio aziendale, che dopo la guerra si espande fino a coprire una vasta area industriale dedicata principalmente alla costruzione di utensili speciali. I legami (familiari), le sovrapposizioni nel portafoglio prodotti e una serie di valutazioni in materia di politica aziendale e di strategie a livello tecnico e di marketing, portano nel 1971 a una logica conclusione: la fusione di Usap con Walter.
Evoluzione costante
Fino agli anni Ottanta del Novecento, nello stabilimento comasco l’attività includeva oltre la progettazione anche la costruzione di utensili a fissaggio meccanico, con una particolare vocazione allo speciale, sia per clienti italiani che per quelli europei. Al culmine della produzione erano circa 300 gli addetti impegnati tra officina, magazzino, ufficio tecnico e servizi vari. «Attualmente ci sono circa 60 persone operative a Cadorago», spiega Alessandro Natali, direttore generale di Walter Italia. «L’attività produttiva è stata infatti centralizzata in altri stabilimenti per massimizzare la produttività e contenere i costi, ma in Italia abbiamo mantenuto un ufficio tecnico capace di prendere in carico anche le richieste più complesse dei clienti per poi offrire un progetto adeguato alle moderne necessità. L’approccio al problem solving è nato insieme a Usap nel 1940 ed è con noi ancora oggi, dopo 80 anni di attività, perché riteniamo sia fondamentale per la realizzazione degli obiettivi nostri e, per riflesso, dei nostri clienti».
Speciale sì, ma in tempi brevi
In Walter l’attenzione nei confronti dell’utensileria speciale è sempre stata alta, pur comprendendo come le tempistiche tipiche di queste soluzioni (anche 6-8 settimane) talvolta si scontrassero con le richieste di mercato. Ma non tutti gli utensili speciali sono complessi o richiedono lunghi studi per essere realizzati: su questo presupposto è nato il servizio Walter Xpress. Partendo da un database di soluzioni già sviluppate e basandosi su utensili semilavorati, è possibile ottenere un primo progetto in tempo reale attraverso il configuratore on-line, scaricare il relativo modello 3D e, volendo, confermare il tutto per una produzione che può richiedere anche sole 3 settimane. «Lo scopo è realizzare uno speciale relativamente semplice, quello che noi chiamiamo “semi standard” visto che si parte da materiali o utensili pre lavorati sui quali vengono poi effettuate le personalizzazioni in base alle necessità del cliente», ha aggiunto Natali. «Eravamo convinti, e lo siamo ancora, che per distinguerci sul mercato fosse importante sviluppare soluzioni ad hoc. In un mercato competitivo come quello italiano, dove ci misuriamo anche con utensilieri di piccole dimensioni che vantano prezzi competitivi e un’elevata flessibilità, questo strumento ha dato ottimi risultati, tanto da riavvicinare molte officine a questo tipo di soluzione un tempo relegata a casistiche applicative molto particolari».
Da sempre all’avanguardia
Oggi è evidente lo slancio innovativo di Walter Italia in ciò che fa: sicuramente gli utensili, ma in generale tutto quello che concerne la lavorazione meccanica. Non si tratta di una svolta recente: quando a Fino Mornasco si producevano frese a riccio e punte a fissaggio meccanico, ad esempio, in officina erano operativi i primi robot industriali per il caricamento dei pezzi in macchina. Sempre negli anni Ottanta è stato presentato il nuovo inserto con rivestimento WTL71, adatto a lavorare indistintamente acciai e ghise, a secco e a umido. Una rivoluzione per la sua grande versatilità. A proposito di innovazione, il New Sales Ratio è un coefficiente che misura la percentuale di prodotti di nuova generazione (non più di 5 anni) venduti rispetto al totale. Da alcuni anni a questa parte Walter ha vinto diversi premi legati a questo parametro, segno che se si fa innovazione il mercato è pronto a coglierne i benefici.
Stare sempre un passo avanti
Negli ultimi vent’anni si sono affacciati anche nel mondo degli utensili alcuni competitor che fanno del basso costo di acquisto il proprio punto di forza. A maggior ragione, quindi, dev’essere l’innovazione a guidare un’azienda come Walter Italia per distinguersi dalla massa. «Anche i clienti sono cambiati: una volta si tendeva a scegliere un brand e affidarsi a questo per l’intera fornitura di utensili, mentre negli ultimi anni si cerca a 360 gradi il miglior fornitore in funzione delle caratteristiche tecnologiche dei prodotti e delle esigenze applicative. Per questo l’innovazione è per noi un faro nella notte, talvolta persino a scapito del fatturato visto che siamo spinti a realizzare soluzioni sempre più performanti. Qualche anno fa, ad esempio, abbiamo presentato una nuova qualità di metallo duro rivestito chiamato Tiger-tec Gold: si è rivelata così valida e performante che ci siamo accorti, a nostre spese, che a parità di lavorazioni i clienti riuscivano a dimezzare l’acquisto degli inserti. Non è però una “vittoria di Pirro”, perché in tal modo gli utilizzatori possono reinvestire parte del risparmio in nuove tecnologie e innovare a loro volta, in un circolo virtuoso».
Trarre il massimo dalle recenti tecnologie
Visitando officine o uffici tecnici si notano spesso imponenti volumi su scrivanie o banchi da lavoro: i cataloghi di chi produce utensili. Se all’inizio erano infatti sufficienti 50 pagine per raccogliere alcune centinaia di modelli, oggi gli articoli a disposizione sono nell’ordine delle decine di migliaia e i cataloghi superano facilmente le 500 pagine. «Il catalogo cartaceo è uno strumento che in molte officine pretendono per avere sotto mano l’intera offerta Walter», prosegue Natali. «Si tratta di un impegno non indifferente per noi: realizzazione, stampa, distribuzione e aggiornamento annuale dei prodotti disponibili sono attività onerose da eseguire, ma anche in questo caso la tecnologia è venuta in nostro aiuto. Mi riferisco ad internet, dapprima con un semplice sito e successivamente con veri e propri configuratori, manuali di utilizzo con parametri e caratteristiche, App facilmente accessibili da smartphone e tablet, fino allo shop on-line. Quello che all’inizio rischiava di essere solo un problema si è trasformato in una opportunità: per noi, che siamo così in grado di offrire un servizio rapido, puntuale, 24 ore su 24, e per i clienti che possono accedere a tutto il nostro archivio di conoscenza e know how direttamente da un device nel palmo delle loro mani, in azienda a bordo macchina o dall’ufficio tecnico».
Più canali, un unico obiettivo
L’utensile può essere inteso anche semplicemente come materiale di consumo, che necessita di essere acquistato quando serve con disponibilità pressoché immediata. «Ormai esistono molti modi per acquistare un nostro prodotto», conferma Natali. «Tramite le nostre App o direttamente dal sito, ma per offrire un servizio capillare su un territorio complesso (per geografia e dimensione delle aziende servite) sono i rivenditori a giocare un ruolo chiave». I rivenditori, chiamati Channel Partner, svolgono un ruolo cruciale per Walter Italia: alcuni sono al suo fianco sin da quando era Usap, assicurando il contatto con determinati clienti e offrendo una prima consulenza tecnica, relazionandosi in maniera più agile vista anche la vicinanza geografica. «Se non conosci a fondo le potenzialità di un utensile o i parametri di lavoro corretti, o se addirittura non sai che quell’utensile esiste, è difficile innovare», ammette Natali. «Il nostro sforzo costante è proprio volto a offrire alle imprese parte della conoscenza e del know how che noi stessi abbiamo creato, al fine di assicurare la miglior resa possibile indipendentemente dal fatto che il nostro interlocutore sia un grande gruppo o una piccola officina».
Riscontro positivo
Il mercato ha dunque stabilito che Walter, e in particolare la sua filiale italiana, rappresentano un riferimento tecnologico per le aziende del settore. Ma com’è vivere in Walter Italia? Parlando con alcuni dei dipendenti, tra quelli storici e altri più giovani, è possibile farsi un’idea dell’ambiente nel quale si svolge il lavoro di questi professionisti. Jason Varisco, ad esempio, era in trasferta in Cina quando, nel 2006, un incendio compromise parte dello stabilimento produttivo di Tubingen. «In pochi giorni mi organizzarono il rientro in Italia, dove iniziò una vera e propria corsa per spremere ogni minuto di produttività dall’officina e sopperire alla chiusura delle linee di Tubingen. Quei 6 mesi di vita lavorativa condivisa con molti colleghi tedeschi, giunti in Italia per contribuire alla produzione 24 ore su 24, è un esempio di collaborazione e sostegno reciproco che puoi trovare solo in una grande famiglia». La tecnologia avanza solo se gli uomini hanno le idee giuste e competenze adeguate. In altre parole, come conferma Stefano Riva, «l’evoluzione dei prodotti e dei servizi offerti da Walter in 80 anni di storia è progredita di pari passo con quella dei collaboratori, che sono cresciuti in esperienza e competenza grazie alla mentalità vincente dell’azienda».
Si è poi parlato di sviluppo digitale: un argomento talvolta ostico, ma che può essere affrontato con il sostegno dei colleghi. «L’attenzione allo sviluppo digitale per Walter Italia è sempre stato un must – conferma Mauro Stefanina – anche grazie al supporto di colleghi competenti che mi hanno formato e aiutato. Insieme alle competenze tecnico-applicative rappresenta un mix ideale, che ha fatto la differenza contribuendo a farmi diventare un professionista migliore».
È dello stesso avviso Elena Donelli, che sottolinea come l’attenzione non sia rivolta solo alla soddisfazione del cliente, ma anche allo sviluppo degli skill del dipendente. «Abbiamo ogni giorno la possibilità di imparare qualcosa di nuovo: che sia in ambito tecnico e commerciale o legato ai nuovi strumenti digitali o ai soft-skills, siamo incoraggiati ad adottare sempre nuove modalità per lavorare con efficienza, facendo leva sulle competenze acquisite».
Il successo di un’azienda dipende in maniera diretta dalle persone che la compongono. Maggiore sarà il loro coinvolgimento e il livello di competenze, più alta sarà la possibilità di crescere sul mercato. Da questo punto di vista Walter ha sempre avuto molte frecce al proprio arco: sicuramente la qualità dei prodotti che realizza, ma anche il valore dei professionisti che vi lavorano. Dopo 80 anni si arriva dunque a questo 2020, così diverso da quelli che lo hanno preceduto. «Il termine “attraversare un momento di forte cambiamento” fino a pochi mesi fa aveva tutto un altro senso», conclude Natali. «Oggi ci troviamo a combattere un nemico invisibile, che mette a dura prova la capacità delle aziende di operare al meglio. Sono convinto che torneremo a lavorare come prima, ma sicuramente questa esperienza lascerà un segno indelebile nella storia e ci metterà di fronte a importanti scelte da compiere per restare un riferimento sul mercato. Il nostro passato ha dimostrato che, per quanto siano alte le vette da scalare, ce l’abbiamo sempre fatta. Non ho motivo di dubitare che così sarà anche per il futuro».
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