Con l’avvicinarsi della 32° edizione di BI-MU, appuntamento strategico per il settore della macchina utensile e della meccanica non solo in Italia, ma anche in Europa, abbiamo intervistato Giuliano Busetto, Head of Digital Industries di Siemens Italia che, dopo una valutazione sul mercato ci ha illustrato le motivazioni per le quali Siemens ha scelto di partecipare a questa edizione di BI-MU.
Come va? Come vede il futuro?
Fin dalle sue prime battute il 2020 non era sembrato un anno brillante con la crisi del settore automotive, il rallentamento del mercato tedesco, tra i principali mercati di sbocco dell’industria italiana, e la generale debolezza del commercio internazionale. Poi sono arrivati emergenza sanitaria e lockdown a complicare le cose. Dopo questa prima parte dell’anno così difficile penso però che potremo vedere qualche miglioramento già a breve.
L’Europa, con il piano recovery fund, sembra essersi finalmente svegliata dal torpore e questo indubbiamente infonde fiducia. Le borse sono tornate sui livelli pre-crisi, l’indice di fiducia delle PMI manifatturiere, anche se di poco, migliora e, per guardare direttamente al settore della macchina utensile, molte imprese italiane nostre partner guardano ad una ripresa possibile anche contando sui benefici del piano Transizione 4.0 e magari sfruttare il tradizionale periodo di chiusura agostana così da poter lavorare e recuperare parte del terreno perso. Direi che, stante la situazione al contorno, si tratta di un segnale di speranza e di rinnovata fiducia.
Cosa ci lascia questa crisi?
Sicuramente lascia cicatrici molto profonde. Ma, come in tutte le cadute, possiamo trarre insegnamenti importanti per il futuro. Senza ogni dubbio la crisi ha accelerato in modo deciso il processo di digitalizzazione dell’industria. Da anni Siemens lavora su digitalizzazione della produzione e automatizzazione e interconnessione degli impianti al punto di averne fatto il suo core business per il manifatturiero. Ma non tutte le imprese hanno dimostrato di comprendere appieno il valore della rivoluzione attivata dai nuovi modelli di business. In questi mesi, invece, l’emergenza ha messo in luce quanto questa rivoluzione sia indispensabile per operare nel mercato globale.
Le aziende dotate di modelli avanzati hanno sicuramente retto meglio il lockdown. Noi stessi abbiamo verificato quanto la tecnologia possa aiutarci nel business anche in ambiti che prima non immaginavamo. Certo non tutto può essere fatto a distanza ma le video conferenze ci hanno aiutato moltissimo ad essere vicini ai nostri clienti da quando incontrarsi è diventato impossibile. Per la formazione, i webinar che abbiamo organizzato sono stati seguiti da 35.000 persone di su 220 sessioni per imprese clienti. Abbiamo organizzato poi 45 webinar anche per le scuole tecniche coinvolgendo oltre 200 studenti in media per ciascun webinar. Numeri impressionanti che dimostrano come oggi la digitalizzazione è parte della quotidiana vita lavorativa e, in ambito impresa produttiva, non sia più possibile procrastinare l’investimento in digitalizzazione per consentire attività a distanza di progettazione, simulazione, messa in servizio simulata (virtual commissioning), manutenzione predittiva e tante altre tecnologie abilitanti . Un concetto questo che sarà evidente nell’offerta che esporremo in occasione di 32.BI-MU.
Siemens a 32.BI-MU. Che cosa rappresenta per voi l’appuntamento con la biennale della macchina utensile?
L’Italia per la nostra Operating Company Digital Industries di Siemens è il terzo mercato mondiale dopo Germania e Cina, ne siamo perciò orgogliosi e anche per sottolineare questo ritengo sia imprescindibile la partecipazione a BI-MU, manifestazione di riferimento per l’industria della macchina utensile, della robotica e dell’automazione. Quest’anno tutte le aziende hanno dovuto rivedere i propri budget per promozione, fiere e Openhouse. Noi abbiamo dovuto fare una scelta e BI-MU è la nostra per tante ragioni. È una biennale, e quindi va presidiata a tutti i costi, arriva come primo appuntamento dopo l’estate e dopo l’emergenza, e si posiziona in un momento molto interessante anche perché sarà a cavallo tra l’attuale Legge di Bilancio e quella del 2021 che certo prevederà il prosieguo delle misure di Industria 4.0 indispensabili per assicurare la trasformazione digitale di cui parliamo. BI-MU auspichiamo abbraccerà il momento in cui si concretizzerà la ripresa e quindi sarà anche un modo per affermare la forza dell’Italia in un settore, il manifatturiero, in cui il paese da sempre è competitivo.
Cosa si aspetta dall’organizzazione?
Efficienza di sempre, regole chiare e indirizzi in materia di organizzazione e sicurezza rispetto al tema dell’emergenza sanitaria. Noi crediamo nel progetto BI-MU anche perché conosciamo la serietà degli organizzatori a cui chiediamo il prima possibile di avere un vademecum che ci dica come dovremo comportarci e come sarà garantita la sicurezza di noi espositori e dei nostri visitatori.
Cosa porterete a BI-MU?
Il meglio, con il gemello digitale integrato, ma anche e soprattutto tutte le soluzioni di Edge computing e i servizi di cloud basati sul sistema operativo IoT MindSphere. Insomma, tutto quello che serve ad un’impresa per procedere con l’avanzamento del processo di digitalizzazione. Siamo pronti con l’integrazione hardware e software come nessun altro sa fare, e ancora una volta lo mostreremo a BI-MU.
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