Oltre alla multinazionale bresciana dell’automazione industriale, Roboze di Bari è stata giudicata come start-up più innovativa.
Camozzi Group, multinazionale italiana ai vertici nella produzione di componenti e sistemi per l’automazione industriale con sede a Brescia (nella foto in alto, il presidente e amministratore delegato Lodovico Camozzi), si è aggiudicata la XIV edizione del Premio Italiano Meccatronica. Il presidente Fabio Storchi di Unindustria Reggio Emilia ha consegnato “da remoto” il riconoscimento all’incontro degli imprenditori “2021 – dalla reazione all’azione”, in diretta streaming lo scorso 11 dicembre 2020.
Il Comitato Scientifico del Premio, organizzato e promosso da Unindustria Reggio Emilia in collaborazione con il Club Meccatronica, Nòva – Il Sole 24 Ore e Community Group ha indicato Camozzi Group quale vincitrice per aver adottato soluzioni meccatroniche, che hanno permesso lo sviluppo di prodotti innovativi tali da determinare vantaggi competitivi distintivi sui mercati internazionali: «La giuria del Premio Italiano Meccatronica ha deciso di conferire il Premio per l’edizione 2020 a Camozzi Group per avere saputo negli ultimi anni trasformarsi da azienda leader nel settore dei componenti per l’Automazione Industriale ad azienda in grado di offrire soluzioni innovative a 360 gradi in differenti settori sfruttando le tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0, nuovi modelli di business, nuove competenze e collaborazioni con imprese e centri di ricerca. La sua “sperimentazione del nuovo” ha portato l’azienda ad essere uno dei protagonisti della “nuova meccatronica” divenendo per questo un esempio da segnalare alle altre imprese della meccatronica italiana e di settori connessi. Per questo motivo le sue innovazioni sono significative per i molti dei nuovi modelli di business emergenti dalla rivoluzione digitale e dai cambiamenti repentini emersi nella congiuntura degli ultimi tempi».
Il Comitato ha infine assegnato un riconoscimento alla start-up più innovativa del 2020: Roboze di Bari, che produce soluzioni innovative di stampa 3D, che aiutano le aziende manifatturiere di tutto il mondo a digitalizzare i processi produttivi, producendo componenti in super polimeri just in time e on demand. Grazie a un costante investimento in termini di ricerca e sviluppo nel campo dell’ingegneria dei materiali, delle nuove tecnologie e dei servizi industriali, in pochi anni Roboze è cresciuta, con professionalità e competenza, arrivando a sfidare le più importanti aziende di progettazione di soluzioni di stampa 3D in tutto il panorama mondiale.
Il Comitato Scientifico, presieduto da Fabio Storchi (presidente Unindustria Reggio Emilia), era inoltre composto da Alberto Rocchi (presidente Club Meccatronica), Luca De Biase (caporedattore Nòva – Il Sole 24 Ore), Cesare Fantuzzi (direttore DISMI, il Dipartimento Scienze e Metodi dell’Ingegneria all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia) ed Enzo Rullani (docente alla Venice International University), con segretario Auro Palomba (presidente di Community Group).
Le altre aziende selezionate con la collaborazione dell’inserto specializzato Nòva – Il Sole 24 Ore, media partner dell’iniziativa, che hanno ricevuto un riconoscimento come finaliste in occasione della cerimonia sono ESA – Ecologia Soluzione Ambiente di Bibbiano (RE) con sistemi integrati per la salvaguardia dell’ambiente, Fluid-o-Tech di Corsico (MI) con pompe volumetriche e sistemi per la gestione dei fluidi, PFM di Torrebelvicino (VI) con macchinari per il packaging e Siare Engineering di Valsamoggia (BO) con apparecchiature elettromedicali per anestesia e rianimazione.
La Giuria ha inoltre riconosciuto il valore di tutte le finaliste assegnando le seguenti menzioni:
a Fluid-o-Tech di Corsico, «Per aver saputo nel corso degli anni divenire un punto di riferimento nel campo del movimento dei fluidi con la massima precisione in differenti settori e poi per aver affrontato in anticipo e con successo la sfida della trasformazione digitale grazie ad investimenti in nuove competenze, prodotti interconnessi e modelli di open innovation con centri di ricerca, università e start-up»;
a ESA di Bibbiano, «Per avere saputo innovare un settore tradizionale come quello della raccolta dei rifiuti grazie all’applicazione delle più moderne tecnologie meccatroniche garantendo così benefici per l’ambiente, per gli operatori e anche per i cittadini»;
a PFM di Torrebelvicino, «Per aver saputo innovare il settore del Packaging alimentare con particolare riferimento alle confezionatrici per imballaggi flessibili, con soluzioni in grado di assicurare grande flessibilità, rapidi set up e una maggiore sostenibilità ambientale grazie all’utilizzo di film ecosostenibili»;
a Siare Engineering di Valsamoggia, «Per essere stata in grado, come unica produttrice italiana, di moltiplicare in pochissimo tempo – e anche grazie alla collaborazione dello Stato e di altre aziende – la produzione di ventilatori polmonari necessari per le terapia intensive negli ospedali in modo da soddisfare i picchi della domanda di pazienti Covid in insufficienza respiratoria».
Infine al vincitore della sezione Start-up, Roboze di Bari, «Per aver saputo realizzare, partendo dall’Italia, una macchina per la stampa 3D professionale, in grado di stampare materiali altamente performanti e di rendere applicabile la tecnologia della manifattura additiva in ambito industriale».
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