Il desiderio di ogni responsabile di officina è quello di avere più macchine, ognuna tagliata “su misura” per eseguire specifiche operazioni. Non sempre è possibile, per questo Rema Control ha realizzato un modello modulare in grado di rispondere alle richieste di utilizzatori di macchine molto diverse tra loro, come modelli a 3 e a 5 assi
Standard e speciale sono due concetti ampiamente utilizzati nell’industria: inizialmente distinti, nel corso degli anni si sono avvicinati dando vita a soluzioni in grado di garantire i vantaggi dell’uno e dell’altro.
E non potrebbe essere altrimenti: oggi gli utilizzatori non si accontentano, esigono il massimo non solo sul fronte della qualità, ma anche della produttività e della flessibilità. Questa filosofia è la base delle macchine progettate e realizzate da Rema Control, azienda “giovane” che ha saputo massimizzare la propria esperienza come società di revisione di impianti e, negli ultimi 20 anni, di costruttore di centri di lavoro.
L’ultimo esempio in questo senso è la recente Newton Big NBT3 C5P 33. La sigla rivela molte caratteristiche della macchina: Newton Big con testa a 3 assi (NBT3) con culla per il 4° e 5° asse capace di supportare carichi pesanti (C5P) offre una corsa sull’asse X di 3.300 mm (33). Al di là dei numeri, dietro questo nome si cela un modello polivalente, modulare e ideale per quelle officine che fanno largo uso dei centri di lavoro a 3 assi ma che, sempre più spesso, hanno bisogno di una macchina a 5 assi.
I 5 assi infatti non sono appannaggio unicamente di settori altamente tecnologici, come medicale o aeronautico: basti pensare a un banale foro inclinato. Senza un 4° e un 5° asse (nativo in macchina o attraverso una attrezzatura installata sulla tavola) gli utilizzatori dovevano effettuare più piazzamenti del pezzo, con evidenti perdite di tempo e di precisione.
Ma, a onor del vero, i 5 assi oggi sono ancora relegati a un numero relativamente ridotto di operazioni. Rema Control ha pensato quindi a una macchina capace di unire i vantaggi di entrambe le tecnologie, senza che venga richiesto all’utilizzatore l’impegno economico per entrambe le macchine.
Domanda e offerta
Partendo dal presupposto che i grandi volumi sono ormai appannaggio di altre aree geografiche, dove il costo della manodopera è ridotto a un decimo rispetto a quello europeo, è importante avere la possibilità di dare una risposta affermativa a quei clienti che per vari motivi (complessità di progetto, qualità o numeri ridotti) devono affidarsi ad aziende più snelle e collaborative. Queste, a loro volta, dovranno dotarsi di strumenti produttivi altrettanto flessibili, così da garantire i requisiti richiesti pur mantenendo un margine di guadagno indispensabile per effettuare ulteriori investimenti.
Questo consente anche di pianificare al meglio la produzione in officina e di non avere macchine super specializzate. I “numeri” sono sempre meno in Europa e sempre più in paesi nei quali i costi della manodopera sono quasi ininfluenti. Tutta la subfornitura e i particolari strategici, pochi numeri, trovano invece spazio qui in Europa e proprio lì la nostra macchina intende offrire nuove opportunità nella flessibilità operativa.
La macchina vuole essere più flessibile di altre e chiudere i buchi lasciati da altre soluzioni: il mercato abbandona sempre più la 3 assi e passa alle 5 assi. Tra un po’ la 5 assi diventerà la 3 assi di qualche anno fa, perché i prezzi scendono e il vantaggio diventa evidente.
Due macchine in una
Innanzitutto NBT3 C5P 33 è un centro di lavoro verticale a montante mobile nel quale, in funzione delle richieste del cliente, è possibile avere parte del piano di lavoro composto da una culla monospalla o, per carichi maggiori, un campo distinto tra piano Stolle e culla a doppia spalla.
I modelli più piccoli (si parte da 1.200 mm di corsa longitudinale) vengono configurati appunto con una culla capace di accogliere particolari da 630 mm di diametro sostenuti da una singola spalla e, affiancato, un normale piano di appoggio. Questo consente di operare in due modalità: con una paratia la macchina è in grado di utilizzare in modo distinto i due supporti, uno a 3 e l’altro a 5 assi, mentre senza paratia la culla viene allineata perfettamente al piano per offrire un appoggio complessivo in grado di sfruttare l’intera corsa della macchina (a partire, come detto, da 1.200 mm). La flessibilità di questa soluzione risiede nella capacità di operare in pendolare, distintamente a 3 o a 5 assi, o di sfruttare l’intero campo di lavoro. Inoltre, determinate operazioni (tipicamente le sgrossature) si avvantaggiano della rigidità strutturale derivante dal serraggio sul piano fisso, consentendo così di “spingere” maggiormente con potenze, coppie e profondità di passata. Viceversa, i 5 assi garantiscono una maggiore produttività quando viene ridotta la profondità di passata e si incrementano gli avanzamenti: gli sforzi impressi dall’utensile sul pezzo (e quindi sulla culla) sono ridotti ma il volume di truciolo prodotto rimane considerevole.
Salendo con le dimensioni, aumenta anche il carico massimo ammesso sulla tavola e sulla culla. Per sostenere oltre 1.000 kg di grezzo il 4° e 5° asse vengono supportati attraverso due spalle, separando così l’area di lavoro a 3 assi da quella a 5 assi. In questo caso lo sfruttamento delle lavorazioni in pendolare è massimo, perché consente di operare su un fronte (ad esempio la finitura di un componente staffato sulla tavola roto-basculante) mentre un operatore sta procedendo al setup di un grezzo sul piano fisso.
Caratteristiche peculiari
NBT3 C5P 33 e tutte varianti dettate dalla modularità della macchina puntano a specifici ambiti applicativi, nei quali modelli più generici non risultano sufficienti a raggiungere gli obiettivi voluti.
Che si tratti di una maggior flessibilità, di un ridotto costo pezzo, di una maggiore qualità superficiale o semplicemente di un primo approccio a un modello a 5 assi, la macchina di Rema Control offre una solida base di partenza sulla quale sviluppare la propria officina e il relativo business.
Sulla tavola rotobasculante del modello oggetto dell’articolo è possibile lavorare pezzi con dimensioni massime di 800 mm e una altezza di 400 mm, con un peso di 1.000 kg.
Gli assi Y Z offrono entrambi una corsa di 800 mm, garantendo un volume utile di lavoro sufficiente ad accogliere la maggior parte dei pezzi lavorati nelle officine.
La culla ha una capacità di volteggio di ±110° e un regime di rotazione di 100 giri/min, il tutto con una precisione di posizionamento di ±10” e una ripetibilità di ±5”.
Attenzione a ogni dettaglio
La qualità è un pregio di assoluto valore, ma anche la produttività detta legge nelle aziende più avvedute: per questo, grazie a una accelerazione di 0,5 g e a un uso attento dei materiali e della simulazione FEM, la macchina è in grado di raggiungere rapidamente la velocità massima di 50 m/min (15 m/min in lavorazione) e di effettuare inversioni precise e puntuali sulle guide a rulli con taglia 55 mm. Si tratta di un dettaglio apparentemente secondario, ma l’esperienza pratica ha dimostrato come una guida ben dimensionata influenzi positivamente non solo la precisione, ma anche l’affidabilità di una macchina.
A tal proposito, come accennato Rema Control vanta una storia fatta anche di manutenzione e retrofitting: la profonda conoscenza delle principali macchine installate nelle officine ha messo in evidenza criticità e opportunità, come la scelta di installare le catene portacavi nella parte alta delle proprie macchine per evitare il logorio derivante dal continuo strisciamento sulla base della macchina o addirittura sul pavimento, dove la catena potrebbe “catturare” con maggiore facilità sporcizia o detriti.
Le viti sono lubrificate impiegando un mix aria/olio: rispetto a quelle con lubrificazione a grasso offrono indiscussi vantaggi, perché non sempre gli utilizzatori si ricordano di aggiungere periodicamente il grasso necessario. Inoltre, una eventuale contaminazione del grasso può rimanere in circolo a lungo, mentre con il passaggio di aria e olio vengono espulsi pulviscolo e altri materiali estranei. Ultimo, ma non meno importante, si ottiene un benefico effetto di raffreddamento della vite.
Potenza in quantità
Robustezza strutturale e capacità dinamiche hanno bisogno del supporto di un mandrino altrettanto ben dimensionato: per questo, in base alle esigenze dei clienti, è possibile optare per mandrini da 8.000 giri/min in su, con potenze che possono raggiungere i 40 kW e coppie di ben 500 Nm. A seconda del tipo di attacco, Iso 50 o Iso 40, il magazzino utensili può offrire rispettivamente 30 o 60 posti. Questi sono collegati rigidamente al montante, seguendolo in ogni suo spostamento, ma poggiano direttamente sulle guide, senza quindi gravare sulla parte mobile della struttura. Grazie a un rapido dispositivo di cambio, il tempo utensile-utensile è di soli 4 secondi mentre per tornare a fare truciolo ne bastano 14.
L’attacco Iso 50, pur essendo una novità per serie Newton Big, si basa sull’esperienza accumulata da Rema Control con altri modelli (in questo caso, Leonard). L’azienda infatti punta molto sull’affidabilità di processo e delle proprie macchine, mettendo a disposizione dei clienti soluzioni già rodate ma configurate per essere più flessibili.
Cnc e accessibilità
È il fornitore che deve adattarsi alle esigenze del cliente, non viceversa: è un dettaglio già emerso nell’articolo, ma questo concetto deve valere su ogni particolare della macchina affinché l’affermazione risulti vera.
Anche per i controlli numerici, quindi, Rema Control ha previsto tutte le principali opzioni: Newton Big può montare indifferentemente i cnc Heidenhain iTNC530, Siemens 840D o Fanuc 31iMB5. Naturalmente la presenza di righe ottiche e di encoder sugli assi rotativi garantisce la massima precisione anche in condizioni di impiego gravose.
L’accesso posteriore alla macchina avviene tramite carterature facilmente asportabili, che nascondono un layout pulito, accessibile: seguendo sulla base di una politica che accomuna tutte le macchine Rema Control, all’interno è presente tutto ciò che serve e niente di non utile. Apparentemente si tratta anche qui di dettagli, ma il detto “quello che non c’è non può rompersi” aumenta ulteriormente la durata di un impianto ed evita fermi non voluti.
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