I cobot sono sempre più diffusi negli stabilimenti produttivi italiani. Ma come si sta evolvendo questa tecnologia, e quali le potenzialità di applicazione? Ne abbiamo parlato con Arash Ajoudani, Direttore del Laboratorio Human Robot Interfaces & Interaction (HRI²) e Principal Investigator presso l’Istituto Italiano di Tecnologia all’interno dell’Intellimech JOiiNT Lab.
Il mercato dei cobot in Italia ci restituisce segnali positivi, con circa 13.000 unità installate nel nostro Paese in ambito industriale nel 2020 e una previsione per
il 2025 che salirà fino a 20.000 unità. Utilizzati largamente in ambito automotive, ma presenti anche nei settori dell’elettronica, della logistica e del food&beverage, i robot collaborativi si presentano come uno strumento di supporto per l’operatore, che viene così sollevato da operazioni gravose e può dedicarsi ad attività a più alto valore aggiunto, svilppando anche nuove skill. Per comprendere meglio l’entità e l’imporanza del cambiamento che deriva dall’introduzione dei cobot, abbiamo parlato con Arash Ajoudani, Direttore del Laboratorio Human Robot Interfaces & Interaction (HRI²) e Principal Investigator presso l’Istituto Italiano di Tecnologia all’interno dell’Intellimech JOiiNT Lab, che in questa intervista anticipa le principali tematiche oggetto del suo intervento in occasione del convegno “Robotica e Automazione: sfide ed opportunità per il futuro della produzione” organizzato da Tecnologie Meccaniche in collaborazione con il Kilometro Rosso.
Secondo Ajoudani, scuole e università avranno un ruolo deterinate sia nella formazione di competenze dedicate all’ambito della robotica collaborativa, sia nello stimolare l’interesse e rendere attrattive le discipline ad essa collegate.
Se stai valutando l’introduzione di sistemi di robotica e automazione nel tuo sistema produttivo, o sei interessato all’evoluzione di queste tecnologie, sei il benvenuto al nostro evento che si svolgerà l’11 aprile presso Kilometro Rosso.
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