Breton presenta un’innovazione tecnologica frutto di un progetto di ricerca cofinanziato dal Mise, con algoritmi di Machine Learning e avanzati sistemi di Intelligenza Artificiale.
Spinta dall’istinto pioneristico, Breton S.p.A., leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine industriali d’avanguardia per la lavorazione della pietra naturale, ceramica, metalli e nello sviluppo di impianti per la pietra composita, presenta l’ultima soluzione tecnologica: la stampante 3D “Genesi” per la produzione su larga scala di materiali termoplastici.
Un’innovazione che fa evolvere la stampa 3D, perché, per ottenere proprietà meccaniche ed estetiche di alto livello, si avvale di algoritmi di Machine Learning e avanzati sistemi di Intelligenza Artificiale. Di dimensioni “Giant”, Genesi è una stampante 3D per la prototipazione tra le più grandi al mondo (3 m di altezza, fino a 5 m di larghezza e lunghezza a richiesta) con capacità di deposizione fino a 200 kg all’ora di materiali termoplastici rinforzati.
Un progetto cofinanziato dal MiSE, frutto di un lavoro di squadra
L’intenso percorso di ricerca e sviluppo di nuovi sistemi di stampa 3D su cui si è concentrato negli ultimi anni il Dipartimento Ricerca e Sviluppo di Breton, rientra nel progetto “True 3D printer” cofinanziato dal Ministero per lo Sviluppo Economico. L’innovativa soluzione con cui Breton apre una nuova strada per le imprese, è frutto di un percorso ricco di sinergie, sfruttando le competenze nel campo del machine learning e intelligenza artificiale della società canadese Augmenta, ma anche tutta l’esperienza sui processi di stampa dell’istituto di ricerca MUSP di Piacenza. Il processo di sviluppo è stato condotto in stretta collaborazione con i migliori produttori di materiali per questo settore, come Sabic, e stringendo partnership con aziende strategiche, come Siemens nell’ambito dei software.
«Per un’azienda come Breton, da sempre incline alla ricerca e sviluppo, è un piacere lanciare la nostra soluzione nel settore estremamente innovativo e in crescita della “Large Additive Manufacturing», dichiara Gabriele Corletto, Business Development Manager Breton.
Il miglioramento delle prestazioni
«Mentre la stampa additiva è un processo che richiede ancora un approccio dell’utente per certi versi di tipo artigianale», continua Corletto, «l’obiettivo di Breton Genesi, grazie allo sviluppo di un complesso sistema di AI e Machine learning, è far sì che la macchina “impari” durante la realizzazione dei pezzi in modo da accorciare il processo».
Il metodo additivo combinato con quello sottrattivo
Genesi può operare sia in versione solamente additiva che in combinazione con un sistema sottrattivo. Questa seconda soluzione supera i limiti del metodo puramente additivo, che permette realizzazione di parti “near net shape” vicini alla forma finale ma non completamente finiti. Il lavoro di finitura e ottimizzazione, con Genesi, viene garantito dalla capacità sottrattiva ad alta velocità installata nella stessa macchina, rendendo così il pezzo non solo “near net shape” ma “ready to use”.
Un dimostratore tecnologico a servizio delle imprese, per un cambio di paradigma
Breton invita le aziende che volessero sperimentare questa nuova soluzione a venire in azienda per toccare con mano Genesi e i suoi vantaggi. «Fondamentale è per Breton il rapporto di collaborazione con le imprese – aggiunge ancora Corletto – che possono rivalutare i processi produttivi insieme ai nostri tecnici e provare la versione disponibile nella sede di Castello di Godego (TV), che ha dimensioni di stampa di 2000 x 3200 x 8400 mm. La proposta di Genesi è modulabile in diverse dimensioni, con soluzioni che vengono adattate in base alle esigenze dei nostri clienti attuali e potenziali».
Una partnership nel settore nautico
È già stata stretta una partnership con una startup innovativa, Northern Light Composites, che sfrutta i vantaggi di Genesi per la realizzazione degli stampi del prototipo di “Ecofoiler”, la prima barca a vela con foil completamente riciclabile sul mercato Ecofoiler è uno scafo di 3,80 m progettato da Matteo Polli con la collaborazione di esperti di foiling come Matteo Ledri, già coinvolto in tre campagne di America’s Cup.
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