Per Haas l’avventura in Formula 1 non rappresenta solo una straordinaria vetrina pubblicitaria, ma anche l’ennesima sfida per il costruttore americano di macchine utensili dopo i successi raggiunti nel campionato Nascar
Il mese di maggio è un momento molto importante dell’anno a Charlotte, cittadina del North Carolina e capitale del racing a stelle e strisce. L’autodromo della città, rigorosamente ad anello ovviamente, ospita infatti la Nascar Sprint All-Star Race, una delle gare più amate in tutto il Nord America anche in virtù di un montepremi di ben 1 milione di dollari per il vincitore.
Sarebbe sufficiente questo a giustificare l’eccitazione che si respira nell’aria, i gruppetti di tifosi che arrivano da tutta la nazione e la spasmodica attenzione con cui tutti guardano le previsioni meteorologiche per il week-end. Se però ci spostiamo di circa 30 km verso nord-est, per la precisione a Kannapolis, scopriamo come la passione statunitense per ’automobilismo quest’anno non ha solo la forma di una macchina NASCAR (che ricordiamo è l’acronimo di National Association of Careers of Trucks of Series, anche se ormai quasi nessuno chiama più questo campionato con il suo nome integrale), ma anche quello ben più noto a noi europei di una vettura da Formula 1.
Già, perché il 2016 è l’anno di debutto del costruttore americano di macchine utensili in Formula 1 e proprio a Kannapolis, storica sede della squadra automobilistica Nascar fondata nel 2003 da Gene Haas, ha il proprio quartier generale il team F1 Haas.
Nuova sfida, stesso approccio
Quando nel aprile del 2002 Gene Haas annunciò la nascita del proprio team Nascar non era un esordiente assoluto nel mondo racing. La sua azienda, quella Haas Automation che ben conosciamo come uno dei principali costruttori di macchine utensili al mondo, aveva già infatti una lunga partnership sia come sponsor sia come fornitore di macchine utensili con il noto team Nascar Hendrick Motorsports. Si trattò comunque di un passo importante, gestire in prima persona un team e tutte le complessità di un campionato impegnativo come quello Nascar sembravano una sfida capace di far tremare i polsi a molti. Mentre il team si rinforzava, nel 2008 la Haas arricchiva di un altro prezioso tassello la sua attività nel mondo delle competizioni automobilistiche inaugurando, sempre a pochi km da Charlotte, la galleria del vento Windshear, una delle strutture più avanzate al mondo per i test aerodinamici e tra le poche in grado di eseguire test su vetture di dimensioni reali. Come per altre iniziative imprenditoriali di Gene Haas, la galleria del vento è diventata in breve tempo non solo un asset fondamentale per lo sviluppo della squadra, ma anche un importante fonte di business visto che numerosissimi altri team e costruttori la utilizzano per eseguire prove aerodinamiche sulle proprie auto da gara. Sul fronte Nascar intanto le fatiche delle prime stagioni non facevano demordere il team e i risultati cominciavano ad arrivare: il team Steward-Haas Racing, così ribattezzato dal 2009 dopo l’ingresso nella società del celebre pilota Tony Steward, vinceva la prima gara nel 2009 e nel 2011 conquistava il suo primo campionato Nascar con l’auto guidata proprio da Steward. Oggi, il team Steward-Haas Racing è una delle squadre di punta del campionato Nascar Sprint Cup, lo dimostrano le numerose vittorie e, soprattutto, il campionato piloti vinto nel 2014 con Kevin Harvick, uno dei quattro piloti che attualmente compone il team insieme a Tony Steward, Kurt Busch e Danica Patrick (unica donna a gareggiare nel campionato).
Ma perché stiamo ripercorrendo la storia in Nascar del team Haas? Il motivo è che sono questi anni di lavoro che hanno permesso ad Haas di mettere a punto la “ricetta” che ha permesso in questa stagione lo straordinario e storico esordio in Formula 1 del team americano. Nel primo GP della stagione a Melbourne, il pilota francese della Haas Romain Grosjean si è infatti classificato sesto ottenendo così i primi punti in classifica per la squadra fondata da Gene Haas. Per dare un’idea del valore dell’impresa, era dal 2002 che un team esordiente in Formula 1 non otteneva punti nella prima gara dell’anno. Ad oggi, dopo il Gran Premio del Canada, la scuderia statunitense è ottava nella classifica team con 22 punti totali. “Non sta andando male – ci conferma in un italiano che tradisce le sue origini altoatesine Gunther Steiner, il team principal della scuderia che incontriamo al primo piano della nuovissima sede di Haas F1, a pochi metri del headquarter del team Nascar – ovviamente potrebbe andare meglio, però dobbiamo ricordarci di essere esordienti. Per una squadra al debutto in Formula 1 infatti andare a punti ed essere rispettati è già un successo. Stiamo parlando di un campionato tecnologicamente molto difficile ed essere al livello degli altri team che vi gareggiano già da anni non è facile”. Per competere a questo alto livello, Haas ha riproposto la stessa strategia usato nel mondo Nascar, cioè collaborare con partner tecnologici di alto livello per realizzare il proprio veicolo. Nel caso della vettura da Formula 1, il team Haas ha scelto di utilizzare power unit e trasmissioni forniti dalla Ferrari, mentre il telaio delle monoposto è stato realizzato della Dallara in monoscocca di fibra di carbonio e strutture composite. “La collaborazione con Ferrari – prosegue Steiner – è stata fondamentale per gareggiare a questo livello, se avessimo dovuto costruire tutto da soli sarebbe stato difficilissimo. Sono convinto che l’approccio scelto da Gene Haas, cioè avere una collaborazione tecnica con una squadra vincente, si stia rivelando una mossa efficace”. Ma quindi cosa viene realizzato direttamente dalla scuderia americana? “Oggi nella nostra officina – spiega Steiner indicando i piani inferiori dell’edificio – realizziamo attrezzatura per la pista e i pezzi per i test in galleria del vento. In futuro vogliamo però incrementare il numero di pezzi realizzati internamente, magari arrivando ad essere noi a fornire pezzi a Ferrari”. Un obiettivo ambizioso, soprattutto considerando la complessità di alcuni componenti utilizzati dalle vetture di Formula 1. “Anche dal punto di vista produttivo siamo partiti da zero, abbiamo già un ottimo parco macchine ma dobbiamo far crescere tecnici ed operatori in modo da sviluppare il know how necessario”. Parlando di know how si capisce immediatamente come l’esperienza in Nascar, lunga e vincente, abbia avuto un ruolo fondamentale nell’ottimo inizio di stagione del team. “Il fatto che Gene Haas fosse già proprietario di una squadra di Nascar – prosegue il team principal di Haas F1 – è stato molto importante. Chi investe nel mondo del motorsport senza conoscerlo rischia infatti grandi insuccessi, mentre Gene capisce le difficoltà che si possono incontrare creando un team da zero e sa che ci vogliono anni prima di riuscire a vincere un titolo. Per questo motivo non si intromette in ogni momento, sa che dobbiamo prendere decisioni continuamente e si fida di noi nella gestione del team. Per me è stato importantissimo poter lavorare in autonomia, sapendo però che Gene Haas era sempre disponibile in caso di bisogno”. Anche Matt Borland, vice president of Technology di Haas F1 Team e Stewart-Haas Racing, ci conferma la soddisfazione di Steiner. “Sapevamo che sarebbe stata un’enorme sfida per noi e l’inizio, soprattutto a livello di punti, è andato meglio di quanto ci aspettassimo. Tutti i ragazzi del team hanno fatto un grande lavoro e i risultati sono stati fantastici”. Nonostante i team Nascar e Formula 1 siano due entità separate, Borland ci conferma come la collaborazione tre le due realtà, soprattutto nella prima fase, sia stata importante nel permettere questa ottima partenza della scuderia Haas in Formula 1. “Haas – conclude Matt Borland – ha lo stesso obiettivo quando costruisce sia macchine utensili sia vetture da corse con i suoi team: realizzare il miglior prodotto in un tempo certo”.
Un altro componente fondamentale della scuderia americana è sicuramente il reparto delle lavorazioni meccanico che, su macchine Haas ovviamente, si occupa di realizzare per ora solo attrezzatura per la pista e i pezzi per i test in galleria del vento. “Stiamo imparando molto – conferma Brad Harris, direttore delle CNC Operations in Haas F1 Team – e mettere a punto cicli di lavoro efficaci per realizzare pezzi per la galleria del vento è stata una grande sfida per noi, anche perché ci troviamo di fronte a reparti produttivi di altri team che lavorano già ora ad altissimo livello. Abbiamo ricevuto ottimi feedback e siamo quindi soddisfatti del lavoro fatto fino ad ora con le lavorazioni meccaniche eseguite internamente. La principale difficoltà è identificare il giusto processo per affrontare questi pezzi, dobbiamo essere creativi anche perché per noi è tutto nuovo. Possiamo però contare su un ottimo gruppo e in questo primo anno di lavoro stiamo continuando a migliorare i nostri processi. In particolare ci stiamo concentrando sul ridurre il numero di piazzamenti necessari a realizzare un pezzo, incrementando così l’efficienza in produzione”. In linea con gli obiettivi annunciati da Steiner, Harris ci conferma come in produzione si aspettino di ampliare la gamma di particolari realizzati interamente. “Realizzeremo sempre più pezzi destinati alle vetture da gara – dice con orgoglio Harris – stiamo dimostrando di meritare la fiducia del team per questi componenti. Ricordiamoci che questo team è stato creato partendo da zero, quindi abbiamo dovuto lavorare molto per realizzare tutta l’attrezzatura per la pista necessaria. Ora che questa parte è stata completata possiamo concentrarci di più sulla componentistica più avanzata e complessa”.
Com’è un’officina Nascar?
Abbiamo ripercorso la storia della Haas-Steward Racing, importante per capire le potenzialità del progetto Formula 1 per il costruttore americano di macchine utensili, ma non va però tralasciato il presente di questa scuderia visto che il team sta proseguendo nella sua crescita come confermato dai suoi due piloti (Kevin Harvick e Kurt Busch) rispettivamente al primo e secondo posto della classifica generale del campionato Nascar Sprint 2016. Della sede centrale del team Nascar, al cui interno si realizza l’intero assemblaggio delle vetture da gara, concentriamo l’attenzione sull’officina e sulle lavorazioni meccaniche che vengono realizzare all’interno. Come è facile immaginare, tutte le macchine utensili sono ovviamente Haas con un ricco parco macchine tra centri di lavoro verticali e torni, tra cui VF-6TR con tavole rotobasculanti, Mini Mill, VF-2, VF-4 e TP-210. “Rispetto ad altri campionati automobilistici – spiega Todd Frazier, Shop Foreman di Stewart-Haas Racing – la Nascar richiede ai team di gestire un numero molto superiore di vetture: per ogni pilota abbiamo 16 vetture tra modelli specifici per alcune gare, come Daytona, e nuove evoluzioni a prestazioni più elevate. Nel caso di Steward-Haas questo vuol dire ben 64 vetture a stagione”. Le auto sono sottoposte a una continua ed estremamente rapida evoluzione e, anche per questo motivo, in produzione si realizzano continuamente piccoli lotti di prodotti con caratteristiche spesso molto diverse. Un ruolo fondamentale nel concretizzare questo processo evolutivo hanno le tecnologie produttive. “Sono convinto – prosegue Frazier mentre mi accompagna all’interno dello stabilimento tra auto in allestimento e i gonfaloni che ricordano i numerosi successi del team – che macchine utensili e vetture proseguano pari passo: per realizzare macchine più evolute abbiamo infatti bisogno di macchine più performanti. In particolare abbiamo bisogno di concretizzare in tempi ridotti le idee dei progettisti per rendere le macchine più leggere ed è in questa sfida che le macchine utensili Haas ci vengono in aiuto con la loro versatilità ed affidabilità”. Importante sottolineare come il campionato Nascar sia ricco di gare (nel campionato 2016 sono previste 36 gare) con frequenza quasi settimanale e, quindi, i tempi per lavorare sulle vetture sono veramente ridotti al minimo. Negli ultimi anni il team Stewart-Haas Racing ha investito molto per sviluppare le proprie competenze in modo da poter allargare il range di componenti che realizza direttamente al suo interno. Ad oggi uno dei principali fornitori del team è ancora la Hendrick Motorsports, vera istituzione del mondo Nascar di cui è assoluta protagonista da oltre trent’anni. Stiamo infatti parlando di una delle scuderie nordamericane più vincenti, come confermato da un palmares che comprende 15 titoli piloti nei vari campionati e oltre 290 gare vinte, con cui Haas Automation ha collaborato fin dai suoi primi passi nel mondo Nascar come sponsor e fornitore di macchine utensili. Con la nascita del team Haas la collaborazione si trasformata in una vera partnership tecnica che, ad oggi, prevede la fornitura da parte di Hendrick Motorsports di chassis e motori per le quattro vetture Haas-Steward Racing. Proprio in virtù del suo riconosciuto know how e qualità, Hendrick Motorsports non rifornisce soltanto Haas-Steward Racing, ma anche altri team del campionato Nascar. “Questa stagione – mi spiega Jim Wall, il direttore dello sviluppo motori per Hendrick Motorsports che mi ha guidato in un tour all’interno del loro ampio stabilimento produttivo di Concord, cittadina nell’area di Charlotte e situata a pochi km dall’autodromo cittadino – abbiamo sviluppato e fornito i motori a 12 vetture del campionato, mentre per quanto riguarda gli chassis riforniamo soltanto i piloti del nostro team e quelli del team Stewart-Haas Racing”. Questa collaborazione vede però Haas anche nel ruolo di fornitore, come evidente dai numerosi centri di lavoro che popolano l’officina dell’azienda. “La prima macchina Haas – ricorda Wall sorridendo – è arrivata nel 1996, quasi vent’anni fa, seguita poi da molte altre. Oggi infatti in Hendrick Motorsports abbiamo un parco macchine di circa 47 macchine utensili CNC Haas”. Dal punto di vista produttivo l’officina si divide tra la produzione di motori e di vetture. “Inizialmente eravamo maggiormente concentrati sui motori – spiega Wall – ma ricevendo molte altre richieste di componenti e pezzi siamo arrivati a una divisione abbastanza equa dell’attività tra la costruzione motori e la realizzazione di veicoli”. Per dare un’idea della mole di lavoro è sufficiente dire che in un anno da questo stabilimento escono circa 900 motori, tutti lavorati completamente all’interno a partire da forgiati. Questi motori richiedono anche un’importante attività di progettazione per rispondere alle regole Nascar e alle modifiche richieste dalla continua evoluzione tecnologica e prestazionale delle vetture. “In Hendrick lavoriamo su un solo turno, quindi abbiamo la necessità di eseguire molte lavorazioni in modalità non presidiata durante la notte per riuscire a completare tutti questi motori. Per questo l’affidabilità che le macchine Haas ci garantiscono è fondamentale per noi. Inoltre si tratta di macchine molto versatili, caratteristica che ci permette di lavorare particolari molto diversi sulle stesse macchine, ma anche intuitive da usare per gli operatori”. Le macchine Haas sono usate anche nella produzione di prototipi che, per un’azienda come questa profondamente orientata all’innovazione, è un’attività essenziale. Per Hendrick Motorsports è molto importante infine poter contare su un partner come Haas anche per quanto riguarda l’assistenza vista la sua capacità di garantire interventi molto rapidi e ricambi subito disponibili.
Lo spettacolo della Nascar
Nei giorni passati in North Carolina, mentre scoprivo l’ambizioso progetto del team Haas F1 e la solidità di Steward Haas Racing, sentivo intanto crescere l’attesa per la gara del sabato, quel Nascar Sprint All-Star Race capace di riempire il Charlotte Motor Speedway nonostante la pioggia del pomeriggio. La gara, che come abbiamo già detto assegnava al vincitore un premio di ben un milione di dollari, sperimentava quest’anno un nuovo formato per incrementarne ulteriormente la spettacolarità. Il risultato? Per un esordiente assoluto come me difficile fare un confronto con il passato, però posso confermare come la gara si sia decisa all’ultimo giro con un testa a testa mozzafiato tra Joey Logano, vincitore della gara, e Kyle Larson. Al di là dell’andamento della gara, che purtroppo non è stato molto positivo quest’anno per i piloti del team Steward-Haas Racing, l’evento mi ha mostrato la spettacolarità del mondo Nascar. Appena le auto hanno incominciato a girare ho infatti subito capito cosa ha fatto innamorare di queste gare milioni di appassionati: mi sono scoperto infatti digrignare i denti dalla tensione in occasione dei sorpassi più azzardati, quasi sopraffatto da tutta l’adrenalina e il pathos che arrivano da auto che sfrecciano a oltre 200 miglia orarie (che equivale a 320 km/h) di velocità media sul giro a pochi metri di distanza dagli spettatori in quella che, possiamo definire, la quintessenza della competizione.
L’open house europea
La presenza capillare di Haas in Europa è stata recentemente confermata in occasione dell’evento organizzato per il 9 giugno 2016 quando gli HFO (Haas Factory Outlet) in 12 Paesi europei hanno aperto le loro porte ai visitatori per presentare il modo in cui le officine possono produrre pezzi più rapidamente e a un costo inferiore. Durante la giornata, i partecipanti hanno potuto osservare le macchine utensili Haas da vicino, conoscere il servizio di assistenza, di pezzi di ricambio a prezzi competitivi e l’assistenza online gratuita e completa. In ogni HFO è stata anche prevista una serie di dimostrazioni di lavorazione ad alta velocità con particolare importanza alle velocità di mandrino e ai tempi di sostituzione utensile ottenuti con le più recenti tecnologie di cambio utensile automatico. Di grande interesse anche le dimostrazioni del passaggio del refrigerante attraverso il mandrino che hanno permesso di capire i vantaggi durante le operazioni di realizzazione di fori usando utensili in carburo per applicazioni ad alta velocità. I visitatori hanno avuto anche l’opportunità di vincere dei biglietti per il Grand Prix 2017 di Formula Uno di Monaco. Gli HFO partecipanti si trovano a Riga (Lettonia), Kiev (Ucraina), Porto (Portogallo), Bielefeld (a ovest di Hannover, Germania), Jönköping (Svezia), Atene (Grecia), Kópavogur/Reykjavik (Islanda), Pfungstadt (a sud di Francoforte, Germania), Vianen (a sud di Utrecht, Paesi Bassi), Tolosa e Saint-Etienne (Francia), Milano (Italia);, Rupperswil (a ovest di Zurigo, Svizzera), Bruxelles (Belgio) e Clerment-en-Argonne (tra Reims e Metz, Francia).
Haas in Italia
Dal 2013, R.F. Celada è diventato ufficialmente il nuovo distributore esclusivo delle macchine utensili CNC e dei sistemi di indexaggio girevoli Haas in Italia. Molta nota nel marcato della macchine utensile europea con oltre 70 anni di esperienza, R.F. Celada si occupa oggi di tutti gli aspetti di vendita, assistenza, fornitura di pezzi di ricambio e servizio tecnico Haas in Italia.
Cuore della presenza del costruttore statunitense nel nostro Paese è il rinnovato Haas Factory Outlet (HFO) di Cologno Monzese, a pochi km da Milano, dove tecnici qualificati garantiscono un’assistenza precisa e puntuale, con in più la sicurezza della certificazione fornita dalla fabbrica. Proprio in qualità di distributore diretto, presso HFO di Milano è infatti disponibile un ampio magazzino di pezzi di ricambio a consegna immediata e ogni tecnico ha a disposizione pezzi di ricambio a bordo del proprio veicoli di servizio, destinati all'installazione e all'assistenza sul campo. All’interno del HFO è previsto incluso un ampio showroom con tutte le più recenti macchine utensili Haas, simulatori CNC Haas e tecnici in grado di aiutare nella scelta del prodotto Haas che meglio si adatta alle singole esigenze con dimostrazioni delle macchine e corsi di formazione.
Avanzamenti più elevati per il DT-1
Tra le novità presentate da Haas Automation negli ultimi mesi spicca la possibilità di dotare di mandrino da 20.000 giri/min il centro di foratura e maschiatura DT-1 in modo da consentire avanzamenti più elevati per piccoli utensili e lavorazioni ad alta velocità. Il nuovo mandrino opzionale offre potenza sufficiente per fresatura anche di materiali difficili, consentendo maschiatura rigida a 5000 giri/min con velocità di ritrazione quadrupla per ridurre i cicli di motorizzazione. Il mandrino ha sistema di azionamento vettoriale da 11,2 kW con coppia di taglio di 21.7 Nm, e motore direttamente accoppiato al mandrino, per ridurre il calore, aumentare la trasmissione di potenza e garantire finiture superficiali eccellenti. Ricordiamo che DT-1 è un centro di lavoro compatto, con ampio cubo di lavoro di 508 x 406 x 394 mm, tavola con cave a T di 660 x 381 mm, garantisce velocità di avanzamento fino a 30,5 m/min e offre sostituzione rapida degli utensili per ridurre i tempi morti. Il piano metallico interno a elevata inclinazione permette efficiente rimozione dei trucioli, e due evacuatori a coclea opzionali trasportano i trucioli con sbocci sul retro macchina, consentendo di posizionare più macchine vicine.
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