Il PIL del Vietnam cresce in modo sostenuto, con conseguenti attese di crescita del 7,8% della produzione industriale. Molte quindi le opportunità per l'export italiano.
Una crescita del 6,3% nel 2017 è la previsione per il PIL del Vietnam, spinto dalla crescita della domanda interna, sostenuta dall’aumento dei salari, oltre che da una bassa inflazione (meno del 2% nel 2016) e tassi d’interesse contenuti. Questo Paese, con fondamentali macroeconomici solidi e tra i più promettenti del Sud-est asiatico, potrebbe veder confermate le attese di crescita del 7,8% della produzione industriale. Stabili anche la maggior parte dei comparti industriali (tranne edilizia, materiali da costruzione e siderurgico) e buon andamento dei beni di consumo durevoli. Situazione che si traduce in bassi livelli di rischio di credito commerciale nei comparti che non presentano criticità: una buona notizia per le aziende esportatrici italiane in cerca di opportunità commerciali su questo mercato.
È questo il quadro sintetico delineato da Atradius a ridosso dell’uscita in Gazzetta Ufficiale dell’approvazione, da parte del Consiglio Europeo, del PCA (Partnership and Cooperation Agreement) tra Europea e Vietnam. Parte vincolante di questa partnership strategica è l’accordo di libero scambio (FTA) con l’Unione, in ratifica nei prossimi mesi. L’accordo potrebbe offrire il sostegno necessario al percorso di crescita a medio termine del Paese, costretto a subire un forte ridimensionamento per l’uscita USA dalla TPP (Trans-Pacific Partnership). L’accordo prevede tra l’altro l’abbattimento reciproco dei dazi doganali per circa il 70% dell’export, oltre a regolamentare vari aspetti dell’ambiente di business locale.
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