Innovazione e formazione insieme per il Dottorato nazionale in Intelligenza artificiale (PhD-AI.it), con il coordinamento del CNR e dell’Università di Pisa: tutte le informazioni su Techmec.
Il legame tra formazione e innovazione si sviluppa oltre che nel dottorato industriale anche in un altro strumento recentemente lanciato: il Dottorato nazionale in Intelligenza artificiale (PhD-AI.it) che, con il coordinamento del Cnr e dell’Università di Pisa, si articolerà in cinque corsi, promossi sul territorio nazionale da raggruppamenti di università ed enti pubblici di ricerca, ciascuno coordinato da un’università capofila. «L’Intelligenza Artificiale (IA) è il pilastro di una nuova rivoluzione industriale – spiega Marco Conti, Direttore dell’Istituto di Informatica e Telematica (IIT) del CNR di Pisa e coordinatore del Comitato di indirizzo per il Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale – L’IA sta trasformando il nostro mondo, la società e l’industria con lo stesso impatto che in passato hanno avuto il motore a vapore o l’elettricità. Il McKinsey Global Institute stima infatti che, entro il 2030, l’IA porterà ad una crescita del 16% del PIL mondiale e avrà un impatto sul 70% delle aziende. I risultati della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico sono alla base dei recenti e spettacolari progressi nel settore dell’Intelligenza Artificiale. Per affrontare con successo questa rivoluzione è quindi fondamentale che il Paese investa in ricerca, innovazione e formazione. La qualità della ricerca nel settore dell’IA è uno dei punti di forza dell’Italia. Tuttavia, il quadro della ricerca scientifica mondiale è, in notevole evoluzione e molti paesi, Cina in primis, stanno investendo molto sulle risorse umane, per acquisire le posizioni di testa nella ricerca scientifica in IA. L’Italia deve quindi investire nell’alta formazione se vuole rimanere tra i leader scientifici a livello mondiale. Al fine di rendere efficace la strategia italiana nell’alta formazione per l’Intelligenza Artificiale, il CNR, in accordo con il Ministero dell’Università e della Ricerca e l’accademia nazionale, ha elaborato un progetto per istituire un Dottorato Nazionale in IA che agisca da coordinamento nazionale tra i dottorati in IA promossi sul territorio dalle varie università con l’obiettivo di creare un programma di alta formazione in IA che sia competitivo con i programmi di dottorato delle istituzioni accademiche più prestigiose a livello mondiale, ed essere quindi in grado non solo di trattenere in Italia i nostri migliori laureati ma di attrarre i migliori cervelli dagli altri paesi».
Cos’è il Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale
Il valore aggiunto di questo programma nazionale di dottorati di ricerca è inoltre quello di superare la frammentazione esistente e fornire una formazione multidisciplinare a livelli di eccellenza su scala globale.« Il dottorato nazionale prevede – spiega Conti – che i dottorati afferenti condividano, in larga parte, i corsi di formazione, con corsi tenuti dai massimi esperti nazionali, sia del CNR che delle università. Questo renderà, non solo, più efficiente il sistema ma, soprattutto, garantirà un allineamento della formazione ai massimi livelli dell’eccellenza nazionale. Inoltre, al fine di avvicinare la formazione dei dottorandi alle esigenze del Paese e della sua industria, superando la visione del dottorato come un percorso dedicato ad un’attività di ricerca, puramente teorica e lontana dalle effettive necessità delle aziende, il dottorato nazionale indirizzerà i dottorati afferenti a specializzarsi in tematiche strategiche per il Paese». In particolare, il gruppo di lavoro guidato dal CNR ha identificato cinque principali aree di specializzazione (aree tematiche) per il dottorato nazionale in IA e altrettante università capofila: AI per la salute e le scienze della vita con capofila l’Università Campus Bio-Medico di Roma; AI per l’agricoltura (agrifood) e l’ambiente, con capofila l’Università degli Studi di Napoli Federico II; AI per la sicurezza e cybersecurity, con capofila la Sapienza Università di Roma; AI per l’industria 4.0, con capofila il Politecnico di Torino; e AI per la società, con capofila l’Università di Pisa.
Il dottorato prenderà avvio con l’anno accademico 2021/2022 (37° ciclo). Per i primi due cicli (37° e 38°) sono già disponibili complessivamente 194 borse (97 cofinanziate dal Cnr e 97 cofinanziate dal ministero attraverso l’Università di Pisa), per un investimento complessivo che, col co-finanziamento degli atenei, supera i 15 milioni di euro. Il bando di ammissione verrà pubblicato agli inizi del 2021 e i corsi avranno inizio a novembre 2021.
Intelligenza artificiale e lavoro, nuovi sbocchi nell’Industria 4.0
Per i nostri lettori di particolare interesse è ovviamente l’area tematica dell’Industria 4.0. «I progressi sempre più avanzati nel campo dell’Intelligenza Artificiale e della robotica stanno trasformando il sistema industriale in modo profondo ed irreversibile – conferma il coordinatore del Comitato di indirizzo per il Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale – L’impatto dirompente in tutti i settori dell’industria e dell’economia è dovuto alla capacità dell’IA di alimentare una trasformazione radicale dei sistemi digitali e fisici, rendendoli sempre più interconnessi e in grado di interagire e collaborare con modalità intelligenti. Il Sistema Italia, ricco di risorse e potenzialità, necessita di avanzare sia la ricerca di base sia la ricerca applicata su tematiche IA, e di riversare i risultati ottenuti nei settori strategici per l’industria; in questo modo si potrà sfruttare al meglio il volano di crescita che l’introduzione di queste nuove tecnologie può portare al tessuto industriale nazionale. La manutenzione e la diagnostica preventiva, i controlli di qualità automatizzati di nuova generazione, la manifattura intelligente ed la sua gestione adattativa, la produzione guidata dalla domanda, l’intelligenza distribuita nei sistemi che si appoggiano a paradigmi IoT e edge/fog, sono alcuni dei temi fondamentali di Industria 4.0 dove la ricerca fondazionale in IA — machine learning, computer vision, natural language processing, planning e reasoning – è cruciale per poter conservare la competitività a livello mondiale dell’industria italiana. Allo stesso tempo, la ricerca applicata in questi stessi temi porterà alla formazione di esperti di IA pronti ad essere inseriti nel mondo del lavoro ed immediatamente valorizzati, esperti per cui c’è ad oggi una fortissima domanda e carenza a livello mondiale».Fondamentale quindi il rapporto intelligenza artificiale lavoro specialmente nei giovani. «Il corso di dottorato manterrà un fortissimo dialogo con le grandi realtà aziendali del Paese e con le numerosissime PMI che si stanno muovendo in questa direzione, al fine di coniugare l’eccellenza accademica con i vincoli e la necessità di innovazione del tessuto produttivo nazionale».
Intelligenza artificiale, il valore di un dot
Marco Conti sottolinea invece il contributo che possono dare progetti come questi per dimostrare al Paese l’importanza di fare squadra a livello nazionale. «Riteniamo, infatti, che anche con risorse limitate, mettendo insieme tutte le migliori risorse scientifiche e tecnologiche del Paese, si possa ridurre (se non colmare) il divario che esiste con molte delle nazioni più industrializzate che stanno investendo molto più dell’Italia nell’alta formazione in IA. Una prima soddisfazione l’abbiamo avuta nell’ambito di un recente incontro internazionale tra l’Italia e Francia dedicato all’Intelligenza Artificiale dove i coordinatori dei centri di eccellenza francesi per l’IA — creati nell’ambito del piano Macron che prevede un investimento di oltre 1 miliardo e mezzo di euro nel settore dell’IA — hanno espresso il loro estremo interesse per il modello italiano di dottorato nazionale basato su un coordinamento e un disegno unitario a livello nazionale, molto più innovativo rispetto a quello utilizzato in Francia basato su aggregazioni a livello territoriale, ed hanno dichiarato il loro forte interesse a collaborare con il nostro dottorato nazionale. L’errore fondamentale da evitare è che all’interno del dottorato nazionale prevalgano gli interessi di parte delle singole università o enti di ricerca rispetto all’interesse complessivo del Paese; un altro errore da evitare è quello di far prevalere gli steccati disciplinari che spesso frammentano e rendono meno efficace il sistema accademico italiano e che finiscono per penalizzare la ricerca e la formazione multidisciplinare che è sempre più importante per affrontare la complessità dello sviluppo scientifico e tecnologico».
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