L’aumento suddiviso in 4 tranche da giugno 2021 per complessivi 112 euro più altri 12 euro di Ipca sui minimi da giugno 2020 per l’ultrattività dovuta alla struttura del Ccnl metalmeccanici precedente, con un nuovo inquadramento professionale per Industria 4.0.
Si è conclusa la vertenza per il rinnovo del Ccnl dei metalmeccanici grazie al raggiungimento di un’intesa sul nuovo contratto nazionale. Dopo 4 giornate di trattative in assemblea plenaria sono infatti stati sciolti i nodi normativi e a seguire quelli economici per il contratto che vale da gennaio 2021 a giugno 2024. Nel dettaglio, gli aumenti a regime arriveranno a 112 euro sui minimi al quinto livello e 100 euro al terzo livello. L’aumento sarà corrisposto in 4 tranche: i primi 25 euro a giugno 2021, altri 25 euro a giugno 2022, ulteriori 27 euro a giugno 2023, infine ancora 35 euro a giugno 2024. Sul 2020 non sono previste erogazioni in più, anche se è stato coperto da altri 12 euro di Ipca sui minimi da giugno 2020 in virtù dell’ultrattività del vecchio contratto scaduto alla fine del 2019.
Oltre un anno di trattative
La trattativa tra Federmeccanica, Assistal, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm durava da novembre 2019, con richieste iniziali dei sindacati giudicate insostenibili dalle imprese, tanto da giungere alla rottura a ottobre 2020 e alla proclamazione di uno sciopero il 5 novembre. La svolta lo scorso 26 novembre con una piattaforma che tra l’altro prevedeva aumenti per 65 euro nelle tabelle retributive a regime complessivo. Naturalmente sull’ipotesi di intesa siglata dai sindacati saranno consultati i metalmeccanici per giungere alla firma definitiva.
In busta anche 200 euro di flexible benefit
Sono inoltre confermati 200 euro l’anno di flexible benefit del precedente contratto, un elemento di grande valore economico per l’assenza di tassazione e l’abbattimento totale del cuneo fiscale. Novità anche sul fronte della previdenza complementare: si prevede l’innalzamento del contributo aziendale per il Fondo Cometa dal 2% al 2,2% a partire dal 2022 per i neoiscritti under 35.
Arriva l’inquadramento per l’Industria 4.0
Il nuovo contratto comprende anche la riforma dell’inquadramento professionale, abbandonandondo il sistema introdotto nel 1973 e accogliendo i cambiamenti e la transizione verso l’Industria 4.0. Le nuove declaratorie (e i relativi livelli retributivi) ridefiniscono i requisiti per 9 livelli di professionalità, sostituendo le precedenti 10 categorie ed eliminando la prima categoria come livello d’ingresso, che si spiega con l’accrescimento di valore del lavoro nella metalmeccanica.
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