In carica dall’aprile 2022, il nuovo responsabile per la cybersicurezza ha maturato negli anni un’esperienza professionale a livello internazionale nel campo della Sicurezza Informatica, specializzandosi principalmente nella parte offensiva della materia.
Bongiorni ha anche contribuito al mondo dell’InfoSec condividendo le sue ricerche su diversi argomenti, tra cui gli impianti hardware offensivi, l’IoT Hacking, la sicurezza fisica e gli attacchi alle reti radio, in occasione delle più importanti conferenze del settore (BlackHat, DefCon, HackInParis, Troopers, Owasp Chapters e altro ancora). Oltre alla attività quotidiana sulla sicurezza 5G, svolge inoltre ricerca sull’analisi forense dei dispositivi IIoT e sullo sviluppo di dispositivi IoOT (Internet of Offensive Things).
Dopo diversi anni di studio nella Repubblica Ceca e in Lussemburgo, prima di tornare in Italia, 2012 Bongiorni ha vissuto e lavorato a Vilnius dove ha ricoperto diversi ruoli per grandi multinazionali. Aderendo al principio di apertura e trasparenza e rispettando il proprio impegno per la sicurezza del settore ICT contro le minacce alla cybersecurity, ZTE ha istituito tre laboratori di cybersecurity a Nanchino, Bruxelles e Roma. I laboratori fungono da piattaforma che consente ai clienti di tutto il mondo, alle autorità di regolamentazione e ad altri stakeholder di eseguire valutazioni indipendenti della sicurezza dei prodotti, dei servizi e dei processi di ZTE, nonché da piattaforma per la collaborazione e la comunicazione.
Lo ZTE Cybersecurity Lab italiano fa parte del sistema di governance volto a offrire ai clienti una fornitura sicura dei nostri prodotti e servizi ed è statoil primo del suo genere aperto in Europa da ZTE nel 2019 con l’obiettivo di trasformarlo, nel corso degli anni, non solo in un luogo di lavoro dove operano i suoi principali esperti di sicurezza, ma anche in una piattaforma di collaborazione tra le istituzioni ZTE, le università e tutti gli stakeholder per lo sviluppo delle capacità e il trasferimento delle conoscenze. Fra le tante partnership in corso, si annovera anche quella con il CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni), un’organizzazione no-profit che riunisce 37 università pubbliche italiane, per la ricerca tecnica e la supervisione dei test. Nel 2021 il laboratorio è stato ampliato con una serie completa di apparecchiature 4G/5G, che possono essere utilizzate per la simulazione di scenari applicativi di rete dal vivo e per i test di sicurezza.
Nonostante le numerose opportunità di lavoro ricevute da aziende di San Francisco, Zurigo, Tokyo, Londra e Seoul, Bongiorni ha deciso di accettare la posizione offerta da ZTE e di tornare in Italia: «ZTE Italia mi ha dato la grande opportunità di fare la differenza sia a livello aziendale nel campo della Sicurezza dei Prodotti, sia a livello di sicurezza nazionale, permettendomi di creare un laboratorio di cybersecurity e di assumere i migliori talenti italiani nel campo della Cyber Security, dove i prodotti ZTE vengono testati per garantire la piena conformità agli elevati standard di sicurezza previsti dalla vigente normativa italiana in materia di Golden Power, CVCN e Perimetro di Sicurezza Nazionale. Dopo aver trascorso tanti anni all’estero e aver acquisito un’esperienza lavorativa multiculturale, mi sono sentito pronto a tornare e a contribuire allo sviluppo tecnologico del nostro amato Paese», ha concluso il neo direttore.
Un obiettivo pienamente condiviso da ZTE Italia, che da anni lavora a sostegno del territorio italiano e che in futuro punterà ad attrarre sempre più giovani talenti italiani.
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere