Tecnologie Meccaniche ha riunito (virtualmente) dodici esponenti del settore legato alla macchina utensile, per comprendere quali possono essere le strategie in atto al fine di traghettare il comparto della macchina utensile in una nuova era produttiva che, se probabilmente non sarà più quella che abbiamo conosciuto fino ad oggi, potrà essere anche migliore, più coesa, più competitiva nel mondo. Ecco la terza parte di questa lunga e interessante intervista.
Coniugare la salute delle persone con la necessità di far ripartire quanto prima l’intera filiera produttiva, utilizzando strumenti come lo smart working (che dovrà essere attuato in maniera più ampia possibile anche nel prossimo futuro) oltre che le tecnologie di ultima generazione per la gestione degli impianti, rappresenta la più grande sfida che oggi il mondo industriale deve affrontare, per cercare di superare le enormi difficoltà indotte dalla pandemia provocata dal virus Covid-19.
Una sfida che porta con sé enormi difficoltà gestionali, come il cambiamento dei rapporti con clienti e fornitori, che presumibilmente dovrà proseguire ancora per molto tempo, oltre a tutte le problematiche che il distanziamento sociale impone e che mal si conciliano con attività come l’assistenza tecnica in loco, non differibile, o lo start-up degli impianti negli stabilimenti. Questi i temi che il management di un’azienda manifatturiera si trova ora a dover affrontare, per dare una risposta in tempi brevi al comparto, al fine di arginare le perdite indotte dalla chiusura forzata delle attività produttive e far ripartire il tessuto imprenditoriale nazionale, cercando di trasformare i problemi in opportunità.
Tecnologie Meccaniche ha riunito (virtualmente) dodici esponenti del settore legato alla macchina utensile, per comprendere quali possono essere le strategie in atto al fine di traghettare il comparto della macchina utensile in una nuova era produttiva che, se probabilmente non sarà più quella che abbiamo conosciuto fino ad oggi, potrà essere anche migliore, più coesa, più competitiva nel mondo.
La prima e la seconda parte della tavola rotonda sono disponibili alle seguenti pagine:
Intervista a 12 protagonisti del mercato
12 pareri sugli interventi governativi e sul supporto al comparto
Covid-19 e macchina utensile: come cambierà il modo di operare
Quando questa pandemia finirà non lascerà certamente tutto come prima sotto svariati aspetti, compreso quello della vita delle aziende e della produzione. Abbiamo chiesto a 12 manager del settore macchine utensili, le loro opinioni in merito e cosa stanno facendo le aziende del comparto riguardo all’utilizzo di nuove tecnologie legate alla digitalizzazione e allo smart working in produzione.
Il mercato, nel prossimo futuro, cambierà in tutta la filiera, anche dal punto di vista tecnologico e, in particolare, da quello di uno smart working di produzione. Come valutate questa possibile trasformazione e quali opportunità potrebbero ricavarne le aziende manifatturiere? Come valutate invece il problema dei pagamenti e il rispetto degli stessi all’interno della filiera?
Giuliano Busetto – Siemens Italia
Noi, come prassi, utilizziamo da anni lo smart working e, solo per dire, adesso andiamo verso l’ottava settimana di lavoro agile. Questo anche nel sito produttivo di Piacenza, la nostra smart factory che, il giorno prima dell’esplosione di contagi ha ospitato un evento con clienti a larga diffusione e inaugurato il concetto di DEX- Digital Enterprise Experience center, e dove abbiamo iniziato immediatamente a lavorare in smart working con visite virtuali e training on line. Comunque, pur con tutte le sue enormi potenzialità, lo smart working può, se esteso con lunga continuità, creare un certo disagio tra le persone che, non essendo abituate a stare a casa per molte settimane o mesi come in questo caso, hanno bisogno di tornare progressivamente alla normalità operativa e quindi, serve una riapertura delle attività quanto prima, non solo a livello produttiva ma anche per le attività più di supporto alla vendita, ingegneria, applicazioni tecnologiche e software.
Abbiamo fortemente modificato anche il modo di interagire: abbiamo pubblicato nuovi cataloghi con molte decine di Webinar, dove partecipano per ciascuno anche cento persone, siamo ad oggi a più di 8000 partecipanti, desideriamo aiutare la diffusione sul mercato di informazioni sulla tecnologia, nuovi prodotti come il nuovo Sinumerik ONE per le macchine utensili, nuove configurazioni, l’ausilio dell’intelligenza artificiale e tutti i nostri servizi su Cloud computing ed Edge. Cambia anche il modo di interagire con il cliente, perché nel prossimo futuro non ci sarà più solo il contatto diretto, ma sarà possibile sfruttare maggiormente la tecnologia web con la quale fornire al cliente quello che vuole sapere. Cambieranno probabilmente anche gli spazi negli stabilimenti, dovuti al ricorso sempre maggiore del lavoro agile. Parlando dell’ultimo aspetto, inerente ai pagamenti, mi rifaccio al richiamo dato dal presidente di Confindustria, Boccia, sul fatto di essere rispettosi dei propri impegni e pagare regolarmente i propri fornitori, pretendendo la stessa cosa dai clienti. Credo che il concetto di cash-flow sia al centro di ogni strategia aziendale.
Saverio Gellini – Mandelli
Per quello che riguarda i modelli di business, servirà operare in maniera differente dal punto di vista commerciale, anche se il momento di contatto fisico con il cliente, quando s’investono milioni di Euro su una macchina, tendenzialmente penso che dovrà continuare ad esserci. Anche nella parte dell’assistenza tecnica stiamo puntando molto sull’analisi predittiva e, a breve, saremo in grado di proporre una soluzione concreta. Per quanto attiene all’aspetto legato ai pagamenti, si cerca di trovare un ragionevole compromesso per rispettare gli impegni presi nei confronti dei fornitori, cercando di ottenere pari trattamento dalla clientela.
Chiaramente, i progetti grossi comportano slot temporali di attese per grossi pagamenti che, a volte, i clienti non riescono a sostenere in momenti come questo. Aggiungo che, in qualità di CEO di Mandelli, la mia scelta dell’aerospace come settore su cui focalizzare fortemente (oltre il 60%) dell’attività aziendale è stata basata sull’assunto che si trattava di un settore in costante crescita negli ultimi due decenni con prospettive di crescita solida e costante del 5% nel prossimo ventennio (previsioni Boeing ed Airbus tra loro convergenti). Questo settore in primis per la nota problematica del 737.MAX, che ha portato alla interruzione della produzione da 4 mesi, dopo un drastico calo del 33%, ed ora per effetto del COVID-19, ha subito un repentino calo e non è ora facile prevedere quando e quanto si riprenderà.
La scelta strategica confermo che è stata giusta perché ci ha permesso di far evolvere notevolmente il prodotto a livello tecnologico e prestazionale, ma questa situazione imprevista ed imprevedibile ci obbliga a pensare a sviluppare l’attività in settori alternativi, possibilmente al di fuori della macchina utensile, in cui le competenze aziendali possano essere sfruttate e valorizzate.
Marco Casanova – Mazak Italia
Per quanto riguarda gli sviluppi tecnologici, secondo me la strada è già stata tracciata con l’Industria 4.0: il problema oggi riguarda la necessità di poter disporre di esperti che non solo facciano funzionare le macchine, ma che sappiano poi gestire la grande mole di big data. Questa è, secondo la mia opinione, la grande scommessa dei prossimi anni.
Non credo, poi, che questo sconvolgimento dettato dalla pandemia in atto possa portare problemi a livello di cambiamenti produttivi, ma sarà una rivoluzione su tutti i rapporti sociali, dall’andare a trovare i clienti, alle riunioni con i fornitori, fino ai briefing giornalieri. Per quanto riguarda la tecnologia, Mazak sta proseguendo secondo la strada intrapresa nel 2015 e, da lì, procede di anno in anno. Credo che il grande sforzo da fare sarà quello relativo alla parte di service di tipo elettronico, come aggiornamenti software, modifiche di parametri ed implementazione di funzionalità del controllo, laddove adesso il tecnico deve fisicamente recarsi dal cliente mentre, domani, dovrà fare la maggior parte delle operazioni in modalità remota.
L’ultimo tema, legato ai pagamenti, vedrà certamente dei problemi e dei ritardi e, s’è vero che il flusso di cassa interessa tutti, bisogna anche essere consapevoli che, quando ce lo si può permettere, bisognerà anche capire l’esigenza del cliente e gli eventuali posticipi. Noi, già dagli scorsi mesi, con le scadenze in corso, abbiamo chiesto se i nostri acquirenti erano nella necessità di dover ritardare i pagamenti per i ricambi ed il service e li stiamo supportando.
Patrizia Ghiringhelli – Rettificatrici Ghiringhelli
Mi trovo d’accordo con quanto affermato dai colleghi per ciò che attiene gli aspetti legati ai pagamenti: secondo me diventa una questione di responsabilità da parte delle aziende. Va da sé che però ci si deve trovare nella posizione di poter sostenere un’iniziativa di questo genere, e la nostra azienda rientra tra queste: ad oggi non abbiamo dovuto affrontare ancora problemi legati a ritardi o insolvenze nei pagamenti ma, qualora dovesse capitare, la linea che adotteremo sarà proprio quella di valutare, di volta in volta, il caso.
Per quanto riguarda invece il discorso dello smart working, in queste ultime settimane v’è stato un massivo ricorso alle tecnologie informatiche e forse abbiamo tutti imparato anche ad utilizzare nuovi strumenti nell’operato quotidiano. Ma come detto nel comparto manifatturiero lo smart working rimane valido per tanti ma non per tutti. Auspico che questi strumenti, che oggi ci sono stati di grande ausilio, possano esserlo anche nell’immediato futuro, dove avremo difficoltà logistiche nel poter riprendere ad effettuare trasferte e interventi presso la clientela.
Recentemente abbiamo dovuto implementare nuove tecniche per la messa in funzione degli impianti in remoto, operazione che fino ad ora era eseguita dai nostri tecnici direttamente in loco. Voglio però chiudere con la speranza che, in un immaginario prossimo futuro non vi sia la totale sostituzione dei rapporti interpersonali da parte del digital, ma che si possa nuovamente riprendere ad organizzare visite, incontri o appuntamenti fieristici, anche se con ogni probabilità dovremo acquisire nuove abitudini.
Alberto Tacchella – Danobat Srl
Partendo dalle nuove modalità operative, questa crisi ci ha insegnato ad utilizzare degli strumenti, soprattutto il telelavoro, che non usavamo in passato in un modo così intenso, diffuso e anche efficace; nell’epoca antecedente Industria 4.0 i nostri clienti investivano molto sul prodotto mentre, con la rivoluzione 4.0, hanno investito più in organizzazione aziendale, oggi questi investimenti, per chi li ha fatti, si rivelano molto utili per continuare ad operare. L’allenamento forzato che stiamo facendo a nuove forme di lavoro in remoto dovrà comunque accompagnarci nel prossimo futuro poiché, inevitabilmente, molti aspetti della nostra operatività cambieranno.
La paura che rimarrà in tutti noi ci accompagnerà per un periodo più o meno lungo durante il quale i rapporti interpersonali saranno gestiti in modo diverso dal passato, con maggior attenzione alla salvaguardia della salute, alle distanze, agli ambienti puliti e sanificati e tanto altro, Ci sono comunque molti aspetti direttamente correlati al nostro mestiere di costruttori di macchine che non potranno essere sostituiti dal lavoro agile quindi andranno riorganizzati. Io penso che tutto questo sarà un’opportunità per migliorare la qualità in generale delle condizioni di lavoro. Per ciò che riguarda il discorso dei pagamenti argomento da sempre delicato nella macchina utensile, la crisi che si svilupperà terminata la fase di emergenza porterà con sé situazioni difficili e complicate che andranno gestite singolarmente; sono pienamente d’accordo sul fatto che le aziende, se in condizioni finanziarie per poterlo fare, dovranno effettivamente avere una grande sensibilità sui pagamenti nei confronti della propria clientela.
In Danobat stiamo già studiando risposte adeguate qualora vi fossero particolari situazioni da affrontare, oltre che inediti pacchetti promozionali per i nostri prodotti e servizi.
Lorenzo Bergantin – OML
Siamo un’azienda che, come ho già spiegato, produce prodotti collocati un po’ in una terra di mezzo, quindi ci stiamo domandando, sin dall’inizio di questa crisi, come il cliente può affrontare anche il piccolo investimento e, probabilmente, intraprenderemo iniziative personali finalizzate ad agevolare anche questo tipo di esborso. In questo momento non abbiamo ancora avuto problematiche legate ai pagamenti, quindi significa che la nostra clientela ha reagito bene alla crisi. C’è un altro aspetto che stiamo affrontando in questi giorni, ovvero quello delle spedizioni: noi facciamo più del 60% del fatturato all’estero, ma l’invio di materiale in paesi lontani sta diventando un grosso problema, perché le spedizioni per via aerea costano oggi 10 volte più di quanto costassero prima dell’emergenza sanitaria. Dobbiamo, per forza di cose, rimpinguare gli stock presso le nostre filiali sfruttando i trasporti via mare, con conseguenze finanziarie non indifferenti.
Passando alle nuove modalità operative abbiamo affrontato già da tempo la tecnologia 4.0, entrata prepotentemente anche nel mondo del bloccaggio dei pezzi in macchina. Su questo fronte negli ultimi 4 anni abbiamo conseguito due brevetti importanti, che ci hanno consentito di offrire alla clientela prodotti innovativi. Cerchiamo con varie modalità, tra le quali lo smart working, di essere vicini alla nostra clientela garantendo consegne e servizio, Un ultimo aspetto riguarda la modifica del modo di comunicare, che significa un approccio differente nei confronti della pubblicità. Puntiamo molto sui video per spiegare le funzionalità del prodotto, ma più emozionali rispetto al passato, al fine di attirare una maggior attenzione della clientela.
Andrea Fritzsch – GF Machining Solutions Italia
Sicuramente con la fine di marzo abbiamo sofferto per alcuni mancati pagamenti, dovuti sia ad esigenze specifiche dei clienti, sia alle chiusure delle aziende. Per quanto ci riguarda abbiamo pagato regolarmente tutti i fornitori, cercando di sensibilizzare la clientela a fare altrettanto con noi per quanto possibile, avendo tutti bisogno di un flusso di cassa quantomeno bilanciato.
In merito agli strumenti e alle nuove modalità operative, il tema è molto interessante, e come GF Machining Solutions, avevamo iniziato un cammino di trasformazione già dal 2016 con un piano di sviluppo dei prodotti digitali legato a Industria 4.0 e di controllo in remoto dei nostri impianti.
Sicuramente la gestione a distanze e le tecnologie ad esse legate costituisce una grande opportunità che questa crisi ha permesso di accelerare notevolmente costringendoci a sperimentare anzitempo ciò che era più o meno già in divenire come lo smart working.
Resta comunque la convinzione che nel mondo della meccanica di precisione e in quello dei beni strumentali, l’aspetto della consulenza sul cliente rivesta un’importanza notevole e che quindi il contatto personale sia ancora necessario per svolgere progetti efficaci secondo ottiche di partnership con il cliente e di comprensione profonda delle sue esigenze.
Federico Costa – Febametal
Per noi, occupandoci di utensili, è veramente difficile il distanziamento, perché viviamo della presenza quotidiana presso i clienti. Il lavoro agile è sicuramente uno strumento utile ma, per noi, la presenza in loco dei tecnici è difficilmente sostituibile da strumenti informatici e temo che questa situazione si protrarrà a lungo. Sul lato produttivo siamo un’azienda 4.0 ma, com’è logico, la realizzazione degli utensili da parte dell’operaio, a casa, non è possibile, se non a livello di programmazione dell’impianto, ma poi serve la sua presenza a bordo macchina.
In più, anche dal punto di vista della tecnologia, del know-how e della progettazione, l’essere così disconnessi porta ad una mancanza di confronto quotidiano tra gli ingegneri dell’ufficio tecnico, che fanno abbastanza fatica a scambiare le informazioni indispensabili per il coordinamento delle operazioni. Anche l’aspetto dei pagamenti, per noi che vendiamo al consumo, è un problema significativo e, tra l’altro, anche precedente all’emergenza Covid19. Marzo, per noi, ha rappresentato un grosso problema, perché abbiamo avuto tantissimi insoluti e, inoltre, quelli che hanno fatto più male sono derivati da pura speculazione. Anche l’aspetto legato alla logistica porta con sé una certa sofferenza, che, a mio avviso, si protrarrà per molto tempo.
Sergio Paganelli – Balluff Italia
Anche noi ci siamo trovati nella necessità di rispondere ad aziende che, già agli inizi di marzo, hanno chiesto di poter posticipare i pagamenti anche di alcuni mesi. Marzo per noi è stato abbastanza buono, ma penso che i problemi arriveranno nel breve periodo; da parte nostra cercheremo di aspettare per capire qual è la dimensione del fermo produzione che stiamo vivendo, per poi proporre una strategia complessiva, nei confronti dei nostri clienti, per continuare ad essere parte della filiera, aiutandoli per quanto ci è possibile. In merito agli aspetti tecnologici, abbiamo già iniziato un percorso di digitalizzazione; la nostra azienda vuole andare in questa direzione, quindi, da produttori di componentistica, vogliamo essere in grado di offrire alla nostra clientela software, seguendo tra l’altro uno studio che vede, entro il 2025, il 65% delle aziende proporre applicativi, indipendentemente dal prodotto che realizzano.
Stiamo lavorando – anzi, accelerando – il nostro lavoro per sostenere questa politica, che per noi è ad oggi completamente nuova, modificando il nostro modello di business e di approccio al mercato.
Ritengo inoltre fondamentale la realtà virtuale per il nostro settore uno strumento che è utile e da sfruttare oggi e soprattutto nel prossimo futuro.
Alessandro Natali – Walter Italia
Premesso che abbiamo sempre aiutato i nostri clienti finanziariamente e continueremo a farlo anche adesso, riteniamo che ci sia, in Italia, un problema anche culturale. Questo ci preoccupa molto e oggi, a differenza del passato, devo dire che la problematica sta iniziando ad interessare paesi che notoriamente questo problema non lo avevano Per quanto riguarda l’aspetto tecnologico, poi, non siamo impreparati: da tempo stiamo sviluppando tutto quello che può servire per lavorare a distanza: piattaforme web, app , trainig virtuali ecc ecc . Però, a mio avviso il problema principale è capire come raggiungere il cliente e come egli sceglierà il forniture più adatto.
Davide Cucinella – Grinding Technology
In questo periodo di fermo delle attività con lo smart working abbiamo potuto approfondire alcuni aspetti, che vanno dalla organizzazione del lavoro, alla progettazione meccanica e software. Sicuramente il software riveste un’area determinate per la tipologia dei nostri macchinari, per cui procedere con questi sviluppi ulteriori è sicuramente una opportunità.
Il supporto tecnico in remoto ha continuato a funzionare e siamo stati in grado di supportare, in maniera adeguata, i clienti che sono ripartiti. Un’altra attività che stiamo conducendo, con particolare attenzione, è quella relativa alla pianificazione e gestione della fase di riapertura, attraverso simulazioni dei carichi di lavoro subordinati alle rischedulazioni delle consegne.
Chi produce macchinari ha una visibilità produttiva di almeno 5-6 mesi per cui tutto ciò che collegato al Cash Flow assume una rilevanza determinante per tutti, in particolarmente per Grinding Technology che si trova in una fase di rilancio e di importanti investimenti nella sua sede produttiva di Cassine. Auspichiamo, infine, di ritornare quanto prima ad una normalità, indispensabile per tutte le aziende.
Roberto Rivetti – Renishaw Italia
Renishaw, nella sua gamma di prodotto, ha tutta una serie di soluzioni che vanno da un valore di qualche Euro, a centinaia di migliaia di Euro, quindi si trova nella difficoltà comune a tutti gli altri colleghi che mi hanno preceduto. Sono però propenso a pensare che, soprattutto per quanto riguarda le forniture di maggior valore, debba prevalere in questo momento una maggior flessibilità, perché in qualche modo bisogna riuscire a sostenere la filiera alla quale apparteniamo. Credo altresì che, in questa fase, la flessibilità nell’esigere i pagamenti da parte di chi se lo può permettere sia una gran cosa, ma dev’essere assolutamente unita alla consapevolezza, da parte di tutti, degli sforzi che ognuno sta facendo per sostenerla. Se un soggetto non tiene fede agli impegni, chi si trova a monte o a valle andrà in difficoltà e questo non è accettabile.
Dal punto di vista dell’innovazione, io rappresento un’azienda che ha nel suo marchio la dicitura “Apply innovation”, per cui tutto quello che permette un uso migliore della tecnologia, da noi viene immediatamente proposto e adottato. Ovvio che questo non può prescindere dai rapporti umani e, secondo me, è maggiormente vera questa situazione se parliamo di paesi tipicamente latini, culturalmente orientati alla necessità dei contatti interpersonali. Dovremo certamente imparare a convivere con la mancanza di questa fase della negoziazione, ma i rapporti riprenderanno il loro giusto valore nel momento in cui si ricomincerà a tornare alla normalità. È comunque interesse di tutti andare verso una tecnologia e una concezione diversa del processo di vendita e di assistenza tecnica.
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