Su base annua, nel 2019, gli ordini di macchine utensili sono scesi del 17,9% rispetto al 2018.
Anche nell’ultimo trimestre del 2019 la raccolta ordini di macchine utensili registra un segno negativo. In particolare, l’indice Ucimu degli ordini di macchine utensili, nel quarto trimestre 2019, ha registrato un calo del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In valore assoluto l’indice si è attestato a 105,5 (base 100 nel 2015). Sul risultato complessivo ha pesato sia la negativa performance del mercato domestico sia la debolezza della domanda estera. In particolare la raccolta ordinativi sul mercato interno ha registrato un arretramento del 21,2%, rispetto al quarto trimestre del 2018. Il valore assoluto dell’indice si è attestato a 172, dunque ancora positivo nonostante la riduzione. Sul fronte estero gli ordini sono calati del 13,8% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2018. Il valore assoluto dell’indice si è attestato a 91,5. Su base annua, l’indice totale segna un arretramento del 17,9% rispetto all’anno precedente: risultato è stato determinato dal calo registrato sia sul mercato interno (–23,9%) sia su quello estero (–15,4%).
«Il calo registrato nel quarto trimestre 2019 – ha affermato Massimo Carboniero, presidente Ucimu – Sistemi per Produrre – conferma le nostre previsioni, mostrando una situazione di progressiva riduzione della propensione a investire sia da parte del mercato domestico sia da parte del mercato estero».
«Sul fronte interno – ha proseguito Carboniero – l’indice degli ordini raccolti in Italia nel 2019 mostra un progressivo ridimensionamento. Questo dato indica che il consumo italiano di sistemi di produzione si sta riportando su valori fisiologici tipici del nostro mercato. D’altra parte non potevamo aspettarci che la domanda italiana mantenesse ancora i ritmi di crescita a cui ci aveva abituato nel triennio 2016-2018. Detto ciò, dobbiamo scongiurare un nuovo blocco degli investimenti che, di fatto, riporterebbe il nostro manifatturiero indietro di anni, vanificando quanto di buono è stato fatto con il Piano Industria 4.0 con il rischio di interrompere il processo di trasformazione tecnologia in atto nella nostra industria italiana. A questo proposito, riteniamo che le nuove misure di credito di imposta previste nella Legge di Bilancio 2020, in sostituzione di super e iperammortamento, siano tecnicamente adeguate allo scopo di sostenere l’aggiornamento dei macchinari e la trasformazione in chiave digitale dell’industria italiana. Ciò che non è adeguato è la loro temporalità sempre legata ai soli 12 mesi».
«Per questa ragione – ha concluso il presidente Ucimu – chiediamo alle autorità di governo di ragionare subito su un nuovo piano triennale per l’innovazione che, capace di supportare gli investimenti in tecnologie di produzione, abbia il credito di imposta, secondo le differenti declinazioni (aliquote), come misura portante. Solo così, con un piano di medio-lungo periodo, le imprese possono veramente pianificare, con ponderazione, gli investimenti da fare e le azioni da intraprendere, dando continuità al processo di trasformazione e aggiornamento del manifatturiero italiano che è avviato, ma non certo concluso».
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