L’Ucimu parla di «raccolta ordinativi di macchine utensili soddisfacente, ma pesano ritardi nelle forniture di materie prime e componenti e incremento vertiginoso dei costi. Chiediamo al Governo lo spostamento, da giugno a dicembre 2022, dei termini di consegna delle macchine ordinate entro fine 2021, per assicurare ai nostri clienti i benefici previsti dai provvedimenti 2021 in materia 4.0».
Nel quarto trimestre 2021, l’indice degli ordini di macchine utensili elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu – Sistemi per Produrre segna un incremento del 49,4% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2020. In valore assoluto l’indice si è attestato a 129,1 (base 100 nel 2015). Si tratta di un valore record che mai era stato registrato nella storia.
Il risultato è stato determinato sia dal positivo andamento degli ordinativi raccolti sul mercato estero, sia dagli ottimi riscontri del mercato interno. In particolare, gli ordinativi raccolti all’estero sono cresciuti del 29% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il valore assoluto dell’indice si attesta a 101,5. Sul fronte interno, gli ordini raccolti hanno registrato un incremento del 96,9%, per un valore assoluto dell’indice pari a 243,9.
Su base annua, l’indice degli ordini segna un incremento del 70,1%, per un valore assoluto di 130,4. A fronte di una evidente ripresa dell’attività oltreconfine, che si è concretizzata in un aumento degli ordinativi del 43,6%, per un valore assoluto di 112,7, è cresciuta in modo più che esponenziale la raccolta ordini sul mercato interno risultata pari al 166,6% in più rispetto al dato del 2020, per un valore assoluto pari a 182,7. Non è solo il quarto trimestre ad aver segnato una performance eccezionale, ma l’intero anno e tutti i quattro trimestri del 2021, messi a confronto con i rispettivi periodi di riferimento.
Barbara Colombo, presidente Ucimu, ha affermato: «Il 2021 è stato un anno decisamente soddisfacente per i costruttori italiani di macchine utensili come dimostra l’andamento dell’indice ordini nei 12 mesi, la cui crescita è stata determinata, da un lato, dalla parziale ripresa dell’attività sui mercati esteri e, dall’altro, dalla vivacità della domanda italiana sostenuta, anche, dagli incentivi governativi di Transizione 4.0. Questa inaspettata crescita di ordinativi, tutti concentrati in un lasso di tempo assai ridotto, abbinata alla grande difficoltà di reperimento di materie prime e componenti elettriche e elettroniche, dovuta all’interruzione delle catene di fornitura specialmente legate al Far East, sta però mettendo a dura prova le nostre aziende che sono costrette a posticipare le consegne dei macchinari ordinati dai clienti, in attesa che giungano i materiali».
Stando così le cose, ha porseguito la presidente, «i costruttori di macchine utensili potrebbero avere difficoltà nell’assicurare la consegna delle macchine ordinate nel 2021, entro il termine fissato al 30 giugno 2022, scadenza entro la quale il cliente può godere dei benefici fiscali, come previsto dal provvedimento governativo 2021. Per questo chiediamo alle autorità di governo un intervento immediato per allungare, di sei mesi, i termini di consegna dei macchinari ordinati entro la fine dell’anno 2021, spostando la scadenza dal 30 giugno 2022 al 31 dicembre 2022. La modifica al provvedimento non comporterebbe alcun aggravio sulle casse dello Stato, sarebbe invece di grande giovamento per l’intero sistema manifatturiero del paese che, impegnato nel graduale processo di trasformazione digitale, non può certo fermare lo sviluppo in corso, indispensabile per il mantenimento della competitività dell’industria».
Oltre a questo, Barbara Colombo ha continuato: «due sono le grandi problematiche che i costruttori italiani devono fronteggiare e su cui chiedono particolare attenzione da parte delle autorità di governo. La prima riguarda i costi di produzione che l’industria si trova a sostenere. Stiamo assistendo all’incremento vertiginoso dei prezzi di materie prime, componenti e energia, incrementi che non possiamo certo ribaltare sui nostri clienti. Per i materiali l’impatto sulle nostre imprese è diretto e dunque devastante; per l’energia, l’effetto diretto è meno problematico, poiché il settore non è classificato certo tra i grandi energivori, ma è ugualmente molto pesante poiché incide sulla nostra filiera a monte e a valle. La seconda problematica riguarda invece la necessità di presidiare i mercati esteri cui è destinata più della metà della produzione di settore. Nel caso specifico delle macchine utensili, oltre all’attività di vendita, che non può certo essere fatta a distanza, se non per casi eccezionali, vi è quella di installazione e collaudo che necessitano di trasferimento di personale. Purtroppo, però, quarantene, vaccini non riconosciuti da European Medicines Agency, tamponi, regole ballerine e non condivise tra paesi, rendono tutta questa attività molto macchinosa. Per questo auspichiamo un intervento delle autorità di governo preposte affinché sia resa più fluida la burocrazia legata a viaggi e trasferte».
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere