Il presidente di MADE Competence Center 4.0 sul tema lanciato dal ministro Urso; «Mancano investimenti in tecnologie e competenze».
Interviene anche Marco Taisch, presidente di MADE Competence Center 4.0, dopo le dichiarazioni del ministro Adolfo Urso per le Imprese e il Made in Italy, al 52° convegno dei Giovani Imprenditori a Rapallo (GE) il 23 giugno 2023 per sottolineare l’impegno del governo a favore di una più forte politica industriale. In particolare Urso ha sottolineato come serva una politica industriale sull’automotive che spinga la produzione aumentando i volumi, contribuisca allo svecchiamento del parco più vecchio e inquinante d’Europa e protegga l’indotto italiano che rischia di essere strangolato: «È difficile invertire la rotta, ma noi ci riusciremo. È chiaro che sia importante con una politica industriale sull’automotive che salvaguardi l’indotto italiano perché la straordinaria filiera dell’automotive italiano, con questa politica industriale, sarà strangolata e non ce lo possiamo permettere».
Su questo s’inseriscono le dichiarazioni di Taisch: «Le parole del Ministro rischiano di essere interpretate come un tentativo di protezionismo per il settore dell’automotive italiano, ma io non credo sia così. Penso che i dati sul settore dell’automotive debbano essere il punto di partenza per un’analisi quantitativa sulla base di cui, e credo che il Ministero lo stia già facendo, gettare le basi per una valida politica industriale e proporre una riflessione anche su altri settori strategici del Paese. Come mai perdiamo volumi importanti di investimenti? Ovviamente si sceglie dove investire su base razionale, di competitività e competenze. In Italia, e non vale solo per il settore automobilistico, si produce sempre molto meno rispetto ad altri Paesi. Non siamo competitivi a causa della mancanza di investimenti in tecnologie ma anche in competenze: è normale che un gruppo multinazionale scelga di produrre in un altro Paese rispetto all’Italia. Oggi viviamo un importante ridisegno delle filiere logistiche mondiali con un ritorno delle produzioni dalla Cina all’Europa. Mi auguro quindi che questi dati possano spingerci a essere più attrattivi».
Già alcuni mesi prima della pandemia, Taisch spingeva a ragionare raccontando a Tecnologie Meccaniche la nascita del Competence Center MADE come “Un’iniziativa delle imprese per le imprese”: «Il ruolo delle imprese è di mettere a disposizione tutto il proprio know-how. Nel realizzare MADE abbiamo scelto i migliori sul mercato delle tecnologie hardware e software, coloro i quali riteniamo essere in grado di trasferire tutto ciò che serve per aiutare le PMI italiane a vincere la sfida del 4.0. In questo senso la ritengo un’iniziativa delle imprese per le imprese».
Lo scorso aprile il MADE aveva rifinanziato per 113,5 milioni la rete nazionale dei Competence Center e a giugno aveva messo a disposizione almeno a 14 milioni di euro dal PNRR per investire nell’innovazione di processo e prodotto, dando alle aziende italiane – spiegava ancora Taisch – «due ulteriori opportunità per accedere a finanziamenti anche a fondo perduto finalizzati all’innovazione. Attraverso un ampio catalogo di servizi e di contenuti formativi, dal quale le aziende possono scegliere quelli necessari per poter iniziare un percorso di innovazione digitale: sono immediatamente fruibili e sono soggetti a intensità di aiuto che vanno dal 40% al 100% del costo dei servizi, in base alle caratteristiche dell’azienda (micro, piccole e medie o grandi aziende). Contemporaneamente le imprese si possono presentare ai bandi di finanziamento che MADE 4.0 pubblica, progetti con un livello di complessità maggiore in termini di sfide, risorse e competenze».
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere