Con più di 40 anni di storia alle spalle e una lunga esperienza nell’automazione, MCM ottimizza la propria proposta in una nuova veste estetica e migliorate caratteristiche ergonomiche.
di Maria Bonaria Mereu e Raffaella Quadri
Essere affermati e apprezzati non basta. Un’azienda deve sapersi rinnovare, sempre. Ecco che la capacità di progettare e offrire soluzioni compatibili con le esigenze in rapida evoluzione del mercato diventa una chiave di successo, quanto mai necessaria in un momento storico come l’attuale. MCM racconta la sua strategia, declinando il proprio concetto di automazione.
L’intuizione divenuta realtà
Quando si parla di automazione, con MCM si entra in un campo che l’azienda conosce molto bene. «Siamo stati tra i primi – spiega Stefano Tirelli, Area Sales Manager di MCM – fin dagli anni Ottanta, ad avere associato l’automazione alla macchina utensile: avevamo intuito come, in uno scenario di crescente costo della manodopera e di crescente richiesta di velocizzare e rendere i processi più affidabili, l’intervento umano dovesse essere elevato a livello qualitativo, delegando le operazioni più semplici alle macchine». L’intuizione di un’esigenza che si stava via via sviluppando e che si è rivelata corretta. L’automazione ha permesso così di diminuire il più possibile errori o inefficienze di produzione. Da allora MCM ha investito e lavorato sull’automazione industriale intesa, in particolare, come FMS (Flexible Manufacturing System), ovvero sistemi di produzione flessibile, e sistemi multipallet che a oggi completano le funzionalità di circa l’85% delle macchine realizzate dal Gruppo piacentino. «Siamo tra i pochi in grado di proporre una soluzione completa dal centro di lavoro fino appunto all’automazione, che in altre realtà è spesso fornita da soggetti terzi», afferma Tirelli.
Le declinazioni dell’automazione: MIA
Avere esperienza e capacità però per l’azienda emiliana non bastava più. Da qui la scelta di fare un passo ulteriore. «Abbiamo deciso – prosegue Tirelli – di migliorare la nostra tecnologia dal punto di vista dell’ergonomia e dell’estetica dando all’automazione una veste nuova, che fosse nel contempo riconoscibile sul mercato e capace di raccontarne il valore intrinseco in modo nuovo e più accattivante». Da questa idea è nato l’acronimo MIA, ovvero MCM Intelligent Automation, che definisce in modo chiaro e immediatamente intuitivo l’aspetto di automazione che caratterizza ogni macchinario MCM.
«La macchina utensile ora ha al suo fianco un prodotto flessibile – conferma l’Area Sales Manager di MCM – che può essere declinato in varie modalità e che si chiama, appunto, MIA. L’automazione esce così dall’anonimato e si presenta immediatamente per ciò che è: un fattore avvalorante presente da sempre nella nostra tecnologia». MIA può essere declinata in varie versioni. MIA LP, ovvero Linear Pallet, è l’FMS migliorato anche dal punto di vista estetico, con un nuovo design; il Multipallet classico diventa MIA MP seguito, come il precedente, dall’indicazione del numero di pallet che è in grado di gestire; i sistemi che integrano la robotica rientrano nella terza e ultima declinazione, MIA Robot.
Le novità però non si limitano al solo nome: per quanto la macchina utensile sia un bene strumentale che deve innanzitutto lavorare e non fermarsi mai, il mercato odierno chiede di più. «Oggi anche il fattore estetico, la pulizia delle linee e, soprattutto, l’ergonomia – sottolinea Tirelli – sono fattori molto importanti. Nelle nostre linee pallet per esempio, oltre a un design rinnovato, abbiamo inserito anche nuove barriere di protezione, nuove stazioni di carico e scarico dotate di sistemi smart, e una nuova ergonomia del posto operatore. L’idea è di migliorare dal punto di vista ergonomico i nostri sistemi e, nel contempo, rendere l’intera gamma più omogenea esteticamente, proseguendo con il nuovo design già inaugurato con la linea Clock EVO. La nostra gamma di automazione quindi si rinnova, migliorandosi e definendosi più chiaramente anche nell’aspetto, diventando così maggiormente fruibile».
A completare il tutto interviene poi jFMX, il cervello dell’automazione MCM che come sottolinea il manager «è il nostro software di supervisione che gestisce tutte le risorse interne del sistema e che rende completa la nostra offerta: macchina, automazione e software».
Un altro elemento a valor aggiunto delle soluzioni MCM riguarda la possibilità, per le aziende, di approcciare un investimento scalato nel tempo, in quanto i sistemi sono espandibili. «Questo significa che il cliente non deve comprare un impianto sovradimensionato rispetto alle sue esigenze attuali ipotizzando che in futuro possano aumentare, può scegliere ciò che effettivamente gli occorre e poi seguire, passo dopo passo, il corso del proprio lavoro, perché come fornitore siamo in grado in qualunque momento di intervenire sui sistemi, ampliandoli e modificandoli, in misura della specifica necessità», spiega Tirelli. Un’affidabilità nel tempo di non poco conto, sia sulla macchina sia sull’investimento iniziale. Inoltre, detenendo il progetto dei propri sistemi in tutte le sue parti, dalla macchina all’automazione sino al software, MCM si propone come unico interlocutore a cui le aziende devono rivolgersi.
Nuovi mercati all’orizzonte
I comparti industriali interessati a queste novità sono quelli di sempre: dall’aeronautica, in cui MCM ha diversi clienti tra i quali il Gruppo francese Safran, Airbus e Leonardo all’automotive con, per esempio, TM Racing e i nomi più illustri del settore automobilistico; fino all’Oil & Gas o ancora al settore dell’idraulica e dell’oleodinamica, con clienti come Walvoil. Settori che tradizionalmente ricorrono a sistemi automatizzati per ridurre l’errore umano e per lavorare a ciclo continuo, 24 ore su 24, con la possibilità di gestire in maniera più smart l’impianto, anche nelle ore notturne, durante i fine settimana e quando non sia presidiato. L’automazione garantisce loro anche una maggiore affidabilità complessiva del sistema perché offre la possibilità, in caso una macchina non funzionasse, di spostare la produzione su un’altra della stessa linea.
Vi è poi una sempre più ampia richiesta da parte di contoterzisti, aziende anche di piccole dimensioni ma che hanno bisogno di gestire piccoli lotti e mix produttivi oltre a una maggiore autonomia. «Questo tipo di imprese – spiega Tirelli – ha il problema di una costante riduzione della disponibilità di manodopera specializzata. Un inconveniente non da poco, in quanto vi sono sempre meno competenze tecniche e tecnologiche. La possibilità offerta dall’automazione di fare gestire più macchine a una sola persona finisce quindi per agevolare senza dubbio l’azienda e, per di più, si traduce grazie alla maggior efficienza produttiva anche in contenimento dei costi». Un moderno sistema d’automazione, come quello offerto oggi da MCM, consente la gestione di vari lotti medio piccoli, ormai una realtà nel comparto italiano, accorpandoli come un unico volume e consentendo così un più alto indice d’occupazione ore con una conseguente maggior competitività e profittabilità per l’utilizzatore finale. A livello di mercati, invece, si stanno profilando interessanti opportunità.
Ci sono ottime prospettive per l’automazione non solo nei mercati evoluti, in cui la manodopera è costosa, ma anche in economie emergenti nelle quali, ancora una volta, la carenza di figure professionali si incrocia con la necessità di ridurre costi del personale in via di costante aumento e di garantire una produttività continua. Mercati quali Est Europa, Medio Oriente, Turchia o ancora Repubblica Ceca e Polonia in cui il livello medio dei salari sta crescendo».
Gestire il cambiamento
«Nonostante il difficile momento congiunturale – interviene Andrea Bergaglio, Direttore Commerciale & Marketing di MCM – abbiamo una raccolta d’ordini molto positiva, sia sul mercato italiano sia sui diversi mercati esteri in cui operiamo. Al contempo i settori di sbocco tipici dei nostri prodotti, in primis l’aeronautica, sono ancora in una fase di studio delle attività, con piani di sviluppo che devono essere avviati per via delle difficoltà di reperimento di materie prime e componenti».
Una situazione a cui si accompagna un considerevole aumento dei prezzi, che per alcune materie sono addirittura triplicati, e l’esigenza per molti di scaricare parte degli extracosti lungo la catena di fornitura. «Fortunatamente – sottolinea il Direttore Commerciale & Marketing – come MCM abbiamo fatto azioni di contenimento dei costi e siamo in grado di arginare le richieste di aumento. Ma diventa molto difficile gestire la carenza dei materiali elettromeccanici. Per tale ragione abbiamo potenziato la parte di scouting dell’ufficio acquisti allo scopo di trovare alternative, mentre cerchiamo di gestire al meglio gli eventuali ritardi». «Uno dei punti di forza di MCM risiede nella capacità progettuale del proprio ufficio tecnico. Durante il periodo pandemico abbiamo approfittato del rallentamento importante degli ordini per riconvertire o rigenerare alcuni prodotti, al fine poi di affrontare mercati alternativi ai nostri storici». Una capacità di reazione e di adattamento non comune, che si esplica anche nel riuscire a dare forma a necessità sempre nuove. Un esempio è costituito dal contenimento dei consumi energetici – i cui costi la pandemia da CoViD-19 prima e il conflitto russo-ucraino dopo hanno mandato alle stelle – con soluzioni sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico.
«La nostra sostenibilità – conclude Bergaglio – si concretizza sia nelle caratteristiche dei nostri prodotti, per i quali adottiamo sistemi che riducono al massimo il consumo di energia elettrica come illuminazione a Led, motori di ultima generazione, sistemi di recupero dell’energia, sia nella nostra fase di produzione, per la quale ci siamo dati target che stiamo cercando di raggiungere, uno dei quali è arrivare al prossimo anno al 100% di utilizzo di energia da fonti rinnovabili».
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