Lo scorso giovedì 8 febbraio 2018, il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda ha presentato a Torino i risultati dell’anno 2017 e le azioni per questo 2018 del Piano Nazionale Impresa 4.0.
«Domani come per il primo capitolo facciamo partire un grande mailing a tutte le industrie direttamente – ha detto il ministro Calenda – per spiegare il secondo capitolo del Piano Impresa 4.0» che per il 2018 varrà 9,8 miliardi, dopo i 20 dell’anno scorso. Complessivamente il Piano «va molto bene. Gli investimenti sono cresciuti dell’11%, una percentuale cinese, molto superiore a quella tedesca». Quest’anno si incomincia a spostare il focus su competenze e formazione: sarà introdotto «un credito d’imposta sulla formazione, per riformare le professionalità a rischio», perché «il piano Impresa 4.0 non spiazzi i lavoratori italiani», elemento fondamentale «per rendere questa transizione a saldo positivo», al contrario degli ultimi anni con la crisi che spingeva a ridurre le spese in formazione. Si investirà anche l’aspetto degli istituti tecnici: «i dati dimostrano che stiamo perdendo un’occasione di mercato. Abbiamo una richiesta clamorosa di studenti ITS e questa è la soluzione più costruttiva, strutturale e meno costosa che possiamo trovare», oltre a essere quella «più veloce per recuperare occupazione giovanile, diventando anche potenzialmente un nuovo vivaio di imprenditori».
Meno positivo il bilancio sulle start-up: “Noi che siamo il Paese delle piccole imprese non stiamo diventando il Paese delle start-up: è ancora irrisolto il nodo venture capitale e gli strumenti che abbiamo messo fino a oggi non hanno funzionato adeguatamente». Insieme alle competenze si tratta di un elemento centrale, perché «gli strumenti finanziari ci sono, ma c’è pochissima offerta». Ulteriori sforzi devono arrivare sul fronte della banda larga, «su cui si deve concentrare un fuoco di investimenti che non può venire solamente dal governo che ha messo risorse sulle aree bianche, ma deve coinvolgere gli attori privati», la cui spinta è cruciale sulle aree grigie e nere, «importanti perché è lì che sono le imprese», e «che si riesca a identificare con chiarezza il perimetro di questa rete, sia per ragioni di accesso e sicurezza ma anche per ragioni di intensità dell’investimento».
Ha aperto i lavori, moderati da Andrea Cabrini di Class CNBC, il ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan. Il presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, ha poi chiuso l’incontro.
La presentazione si è svolta alle Officine grandi riparazioni (OGR), nuovo hub dedicato alla creatività, all’innovazione e all’accelerazione d’impresa. Immagini, filmati e presentazioni sono interamente disponibili a questo link.
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