Economia

Prospettive 2025: tra ripresa e incognite

Il 2024 che si sta chiudendo ha visto purtroppo un calo pesante del settore manifatturiero, ben l’1,7% in meno di ricavi, dovuto a un’inversione di tendenza della domanda interna che aveva caratterizzato la ripresa dopo il Covid e una debolezza dei mercati a livello internazionale, anche a causa delle tensioni instaurate dalle guerre in Ucraina e nella striscia di Gaza.

Ma secondo il 106° rapporto sui settori industriali nel prossimo biennio il manifatturiero italiano riprenderà a crescere, in particolare il salto sarà dal – 0,9% del 2024 al + 0,9% del 2025 e si raggiungerà nel 2026 un +1,3% e sempre secondo il rapporto redatto da Intesa San Paolo e Prometeia anche la meccanica avrà un rimbalzo positivo con un incremento previsto nel 2025 intorno al 2,5%.

Altro dato interessante la crescita del Pil all’1% ed un incremento dei consumi dovuti da una parte dal calo dell’inflazione oramai fissata intorno al 2% e dall’altro per i prossimi rinnovi dei contratti di lavoro in molti settori manifatturieri che incrementeranno il portafoglio dei lavoratori. A spingere la crescita ci saranno poi i soldi a disposizione del PNRR che avendo la scadenza di spesa nel 2026 porteranno ad incrementare i progetti e favoriranno anche gli investimenti delle imprese.Prospettive 2025: tra ripresa e incognite

Riguardo a quest’ultimi, però, un freno sarà determinato dalla rimodulazione del superbonus e dai ritardi nella presentazione dei decreti attuativi del piano 5.0.

Un ulteriore tema importante, dopo l’elezione di Trump alla presidenza degli USA e la sua decisione di incrementare i dazi verso l’Europa tra il 10 e il 20%, sarà rappresentato dall’export. Infatti, più della metà del surplus commerciale italiano del 2023, circa 50 miliardi di euro, è determinato dagli scambi con gli Stati Uniti.

Questa dei dazi rappresenta un’incognita da non sottovalutare per l’esportazione italiana nel 2025 alla quale si potrà aggiungere un incremento dell’inflazione negli USA e una possibile e conseguente riduzione dei tassi da parte della Fed.

Guardando, però. l’altra faccia della medaglia l’aumento dei dazi potrebbe essere mitigato almeno in parte dall’apprezzamento del dollaro.

Sempre sul fronte USA in questi anni le imprese italiane hanno fatto investimenti negli Stati Uniti con partecipazioni a società americane o addirittura con aziende controllate da imprese italiane.

Cosa succederà su questo fronte vista la politica protezionista di Trump che ha lanciato il motto “american first”?Prospettive 2025: tra ripresa e incognite

In questo contesto così complesso e articolato, quale il ruolo dell’Europa, sempre più divisa tra europeisti convinti e sovranisti? La presidenza di Trump porterà l’Europa ad unirsi di più e a formulare scelte che la rendano più competitiva rispetto alle sfide del prossimo futuro oppure dovremo attenderci degli scambi tra USA e singoli stati europei?

Il 2024 si chiude quindi tra indicazioni di ripresa della crescita e una serie di incognite per l’anno che si aprirà tra un mese. Un ruolo chiave però, ne siamo convinti, lo svolgeranno ancora le imprese italiane che hanno già dimostrato la loro flessibilità e capacità a riposizionarsi rapidamente in funzione dei cambiamenti in atto.