Da Alias Surface al Generative design, passando per Maya e VRED.
Autodesk ha annunciato che le proprie soluzioni software sono state scelte da Q-ID, player internazionale di primo piano nel campo dello sviluppo dello stile e del design e oggi parte integrante di C-Creative, nuovo polo del design & engineering in ambito automotive e industriale, per rendere ancora più innovativo e creativo il processo di progettazione e sviluppo di soluzioni ad hoc per i principali brand del settore auto e moto internazionale.
Con un’innata passione per i motori e per le cose ben fatte, Q-ID nasce da un’intuizione di Lorenzo Naddei, designer emiliano-romagnolo e, nel giro di poco tempo, diventa un’azienda italiana di eccellenza nel campo del Transportation Design a due e quattro ruote e in quello dell’Industrial Design. Un mix unico al mondo di ingegno e arte che ha portato l’azienda non solo a sviluppare stili per numerosissimi brand del settore auto e moto internazionale, ma anche a soddisfare al contempo due mercati profondamente differenti: quello occidentale, in cui tradizione e innovazione si fondono per mantenere riconoscibilità e valore del brand, e quello cinese, libero da un’identità storica ingombrante e dal potere evocativo del design sull’emozionalità dei consumatori. Il processo creativo di Q-ID, caratterizzato da un’estrema flessibilità e capacità di trovare soluzioni sempre nuove, si arricchisce con le soluzioni di modellazione 3D e realtà virtuale di Autodesk, creando così un ambiente di sviluppo e collaborazione senza confronti, pronto per il Generative Design.
«La nostra filosofia è quella di far parte dei team dei nostri clienti e non di sostituirci a loro», sottolinea Naddei, fondatore di Q-ID e ora socio in C-Creative: «Insieme cerchiamo di allestire un incubatore creativo e di integrarci con la loro strategia sino a quando, attraverso le nostre proposte, portiamo a termine il progetto. Sviluppare lo stile e l’ingegneria con lo stesso approccio creativo accresce il nostro potenziale verso il mercato del Far East, in cui siamo in forte espansione». Una visione pragmatica del design che si sposa appieno con il processo industriale e in cui la digitalizzazione di tutte le fasi della filiera è decisiva. «L’impiego di Maya è fondamentale per la qualità dei nostri progetti, e l’introduzione di Autodesk VRED 3D, con l’ausilio dei visori per l’esperienza immersiva nella realtà virtuale, permette agli sviluppatori e ai clienti la massima consapevolezza del modello su cui stiamo lavorando». L’utilizzo di Maya permette ai progettisti di Q-ID di definire nel dettaglio lo stile da sviluppare in pochissimo tempo e con numerose opzioni disponibili, come sottolineato da Naddei: «I nostri modellatori hanno apprezzato la flessibilità con cui è possibile ottenere volumi e modificarli agevolmente fino a giungere alla versione finale. In tre settimane possiamo già vedere la versione completa del prodotto e mostrare al cliente come sarà una volta ultimato».
Una vocazione al digitale che permette di lavorare a distanza e che si è rivelata fondamentale per garantire continuità ai processi produttivi durante l’emergenza sanitaria. La creazione di un ambiente digitale per lo sviluppo online ha permesso infatti a Q-ID di integrare i clienti nei processi digitali permettendo loro, ad esempio, di stampare in 3D una maquette dal modello condiviso, apporre commenti al prototipo attraverso una scansione ottica e restituire il modello, una modalità che ha portato a incredibili vantaggi in termini di performance economiche. I benefici ottenuti grazie all’utilizzo delle soluzioni Autodesk Alias Surface, Maya, VRED fino al Generative Design, sono innumerevoli, primo fra tutti l’abbattimento dei costi di spostamento e l’ottimizzazione di tempi e risorse con risparmi sino al 40% rispetto a un sistema tradizionale. Inoltre, la velocità con cui è possibile prendere decisioni riduce sensibilmente il time-to-market.
In particolare, l’utilizzo di VRED ha aperto Q-ID alla realtà virtuale, creando un’esperienza immersiva a contatto con quello che sarà il prodotto finale. «Praticavamo già in precedenza il processo produttivo derivante dal lavoro da remoto con i nostri clienti grazie ai modelli digitali sviluppati con Autodesk Alias, prima, e con Maya oggi. L’emergenza Covid-19 non ha fatto altro che confermare la nostra direzione. Ci si è presentata l’opportunità di dimostrare quanto un ambiente digitale costituisca a tutti gli effetti un fattore competitivo e quanto per noi fosse già una consuetudine», prosegue Naddei. Il Generative Design di Autodesk costituirà l’ulteriore livello di un percorso di innovazione costante, in cui la digitalizzazione della progettazione sarà ancora al servizio di tecnica e creatività. «Riteniamo molto utile, per il nostro lavoro, l’idea di demandare a un’intelligenza artificiale una sintesi di una visione globale frutto anche di altre esperienze. Il Generative Design costringe a valutare approcci di produzione non necessariamente consueti e ci sembra una tecnologia in grado di anticipare il futuro», conclude Naddei.
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