Le rettificatrici in tondo per interni consentono di rettificare fori cilindrici o conici utilizzando mole di dimensioni contenute. Scopri come sono fatte e come funzionano queste macchine utensili su Techmec.
Le rettificatrici in tondo per interni, talvolta abbreviate come rettificatrici per interni, sono macchine utensili che consentono la rettifica interna di fori cilindrici o conici; possono essere dotate di attrezzature che le rendono idonee alla produzione in serie.
Caratteristiche principali delle rettificatrici in tondo per interni
Il pezzo in lavorazione è montato su un mandrino o su una piastra magnetica e portato in rotazione (asse C). L’avanzamento radiale (detto infeed) viene garantito dalla testa portamola (asse X). Come già visto con la rettifica in tondo per esterni, le operazioni eseguibili possono essere la lavorazione a tuffo (la mola avanza solo in direzione radiale) oppure in la rettifica in passata (detta anche passata trasversale, in quanto l’avanzamento procede in direzione assiale).
La mola e il pezzo da rettificare ruotano in direzioni opposte. Per evitare di lasciare segni di lavorazione e striature sul pezzo, la mola, invece che spostarsi solo radialmente per alimentare il processo, può anche assumere un movimento oscillatorio in direzione assiale. In questo modo la superficie del pezzo viene lavorata sempre da grani diversi della mola che, quindi, non lasciano solchi indesiderati sul pezzo.
Con questa rettificatrice è possibile eseguire sia la lavorazione delle superfici cilindriche interne, sia quella delle battute e degli spallamenti. Un esempio classico di utilizzo di questa macchina utensile è la rettifica delle sedi di cuscinetti nei mozzi di vari organi meccanici.
Si possono individuare due tipi di rettificatrici in tondo con strategia di lavorazione differente:
- Rettificatrici nelle quali il pezzo e la mola ruotano simultaneamente l’uno con verso discorde dall’altra. Queste rettificatrici meccaniche sono utilizzate per la lavorazione di pezzi medio-piccoli e di lunghezza limitata. Sono, in genere, dotate di elettromandrini ad alta velocità o di turbomandrini. Questi ultimi sono azionati da una piccola turbina ad aria compressa, che è in grado di raggiungere elevatissime velocità, anche di 260.000 giri/min e precisioni di concentricità di 1÷2 µm. I moti di taglio e di avanzamento sono posseduti dalla mola, mentre il moto di alimentazione è garantito dalla tavola portapezzo.
- Rettificatrici nelle quali il pezzo è fermo, mentre la mola possiede il moto di taglio (rotazione della mola attorno al proprio asse), il moto di alimentazione radiale, il moto di avanzamento assiale e un moto planetario di rotazione intorno all’asse del foro. Sono macchine adatte alla lavorazione di pezzi di grande dimensione e di pezzi asimmetrici che creerebbero, se posti in rotazione, gravose sollecitazioni causate dalle forze centrifughe. Per questo motivo si preferisce tenere il pezzo fisso e la mola esegue tutti i movimenti necessari in modo da garantire la lavorazione dell’intera superficie.
Queste macchine utensili sono di norma azionate da un controllo numerico (CNC). Questo permette una maggiore velocità e ripetibilità del processo, caratteristica molto utile specialmente per grossi lotti produttivi.
Come è fatta una rettificatrice per interni
Sebbene vi siano molti elementi in comune con la rettificatrice in tondo per esterni, qui di seguito sono elencate le componenti principali delle macchine per eseguire rettifiche per interni.
Mola – Le mole per interni sono molto più piccole delle mole per esterni. Infatti, il diametro della mola deve essere inferiore al foro del pezzo da rettificare di almeno 2-3 mm, per consentire l’ingresso e il movimento radiale della mola stessa. Il piccolo diametro della mola richiede un’alta velocità di rotazione. Per i pezzi con diametro da rettificare compreso tra 12 e 25 mm è abbastanza comune che la mola abbia una velocità di rotazione compresa tra i 10’000 e i 20’000 giri/min.
Testa portamola – La testa portamola sostiene un mandrino orizzontale che scorre assialmente in direzione parallela all’asse del pezzo (asse Z).
Testa portapezzo – La testa portapezzo è il supporto su cui è rigidamente collegato il pezzo. Come detto in precedenza, in funzione delle dimensioni dell’oggetto da rettificare, la testa può essere fissa o garantire una lenta rotazione del pezzo in modo che l’intera circonferenza venga rettificata.
Per la stesura di questo articolo sono state consultate le seguenti fonti:
Boothryod G. Knight W., “Foundamentals of machining and machine tools”, Taylor & Francis, 2006
Joshi P., “Machine Tools Handbook – Design and Operation”, Mc Graw-Hill, 2007
Calligaris L., Fava S., Tomasello C., “Manuale di meccanica”, Hoepli, 2016
Kibbe R. et. al, “Machine tool practices, tenth edition”, Pearson, 2014
a cura di Ing. Alberto Mora
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere