I robot collaborativi rappresentano uno degli aspetti più interessanti nel panorama internazionale dell’automazione industriale. Una curva in costante crescita, il cui unico rallentamento sembra essere dato dalla mancanza di lavoratori dalla formazione e competenze adeguate.
Se da un lato i timori legati alla recessione, i rallentamenti nell’economia e le preoccupazioni per la Brexit stanno mettendo un freno all’economia dell’Europa, dall’altro il mercato dei robot industriali dimostra di stare attraversando un momento di particolare fermento. In alcuni Paesi, la curva dell’adozione di robot è in costante e continua crescita. «Nella prima parte del nostro corrente anno fiscale [aprile-settembre 2018, ndr] abbiamo registrato una crescita a doppia cifra negli ordini di robot industriali, e ci aspettiamo che questo trend prosegua anche nella seconda parte dell’anno, anche se potrebbe risentire di un certo rallentamento», ha affermato Shinichi Tanzawa, presidente e CEO di Fanuc Europe. Con oltre 550 mila robot, 4 milioni di sistemi CNC e 19 milioni di servomotori installati in tutto il mondo, Fanuc è una delle aziende di riferimento quando si parla di automazione industriale. La multinazionale giapponese fa affidamento sulla sua rete globale capillare di 7 mila dipendenti dislocati in 263 filiali che servono 108 Paesi. Nella sola Europa, l’azienda può contare su 1400 dipendenti e 22 sedi.
Secondo un recente studio pubblicato dalla IFR (International Federation of Robotics), il numero di robot installati nel territorio europeo è cresciuto del 7% nel corso del 2018. Tra il 2019 e il 2021, si prevede un tasso di crescita annuale del 10%. Nel breve termine, questa crescita risentirà di un leggero rallentamento a causa delle incertezze date dallo scenario economico internazionale, ma nonostante ciò la tendenza è quella di una curva in crescita. A fare da traino in Europa è la penetrazione di molti robot in Europa dell’Est, dove si trovano diversi siti produttivi legati ai settori dell’automotive e dell’elettronica di consumo. «Negli ultimi anni il mercato dei robot industriali in Europa è cresciuto ad una velocità impressionante», ha aggiunto Tanzawa. «Pertanto in alcune regioni assistiamo ad una fase di naturale consolidamento». I fattori che alimentano la diffusione dell’automazione di fabbrica rimangono immutati: l’aumento del costo del lavoro, la mancanza di personale qualificato e lo sviluppo di robot sempre più performanti.
Uno dei trend emergenti in questi ultimi tempi a livello europeo è quello dell’adozione di robot collaborativi. Già da alcuni anni una realtà in produzione presso alcune grandi aziende internazionali, i cobot sembrano oggi aver destato l’interesse di diverse industrie. «Notiamo infatti un aumento della richiesta di robot collaborativi da parte delle piccole e medie imprese», ha aggiunto Tanzawa. «Persino da parte di aziende che in passato non hanno mai integrato nel processo produttivo alcun robot industriale». Alcuni costruttori si sono specializzati nello sviluppo esclusivo di soluzioni collaborative. Fanuc, invece, vanta la gamma più estesa al mondo di robot industriali, cui sta oggi affiancando sempre più modelli collaborativi. Si val dal “piccolo” CR-4iA, che con il suo payload da 4 kg risulta perfetto per la manipolazione e l’assemblaggio di piccoli componenti elettrici, fino al CR-35iA, l’unico al mondo capace di movimentare fino a 35 kg, sgravando così di fatto gli operatori dal dover movimentare pezzi pesanti e dal rischio di incidenti e malattie professionali. «L’interesse nei confronti dei cobot è forte in tutta Europa», ha commentato Tanzawa. La stessa Fanuc in Giappone vanta uno degli stabilimenti più automatizzati al mondo, utilizzando i robot per eseguire diversi task. L’automazione ha permesso a Fanuc di raggiungere un livello di efficienza inedito e di crescere insieme ai propri clienti a livello globale: «Ci aspettiamo che sarà proprio la robotizzazione a supportare la crescita delle economie europee».
Se però in passato l’adozione di soluzioni di automazione ha consentito alle aziende di supplire alla mancanza di operatori qualificati capaci di eseguire un lavoro, oggi avviene l’esatto contrario: è la carenza di personale specializzato a costituire un freno alla crescita dell’automazione. Ancora Tanzawa: «In molti dei Paesi europei dove operiamo notiamo una insufficienza di competenze in ambito di programmazione e sviluppo di robot. Ciò impedisce alle aziende di investire nell’automazione dei propri siti produttivi quanto vorrebbero». Per superare questa limitazione e aiutare le economie europee a crescere ottimizzando i processi produttivi, è necessario che la scuola e le università facciano la loro parte. Da parte sua, Fanuc sta investendo nella promozione della cultura della robotizzazione grazie alla partnership con WorldSkills, l’associazione internazionale che si occupa da tempo di organizzare delle manifestazioni che mettono alla prova i giovani talenti di tutto il mondo, nelle più diverse discipline. Fanuc e WorldSkills organizzeranno infatti insieme i primi Campionati Mondiali della Programmazione dei Robot a Kazan in Russia nel 2019.
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere