Disponibile la relazione relativa al primo trimestre 2020. I risultati si confermano robusti nonostante il calo della domanda legato alla pandemia di CoViD-19. Il flusso di cassa generato e la liquidità continuano a essere solidi.
Alrik Danielson, presidente e CEO di SKF, ha ufficialmente rilasciato la relazione relativa al primo trimestre 2020: «Abbiamo ottenuto un’altra serie di risultati molto robusti, nonostante il calo della domanda legato alla pandemia di CoViD-19. Il flusso di cassa generato e la liquidità continuano a essere solidi. Abbiamo continuato a investire nell’innovazione, a ottimizzare le nostre attività e a ridurre i costi».
«Le vendite nette, pari a 20,1 miliardi di corone svedesi, hanno fatto registrare una diminuzione in termini organici di quasi il 9%», ha proseguito Danielson. «Le vendite sono state inferiori del 10% in Asia, inferiori del 9% in Europa, inferiori del 12% in Nord America e superiori di quasi il 4% in America Latina. Le vendite sono state influenzate nella maggior parte delle regioni sia dalle chiusure imposte dai governi sia dal calo della domanda. Nonostante questo sviluppo, nel primo trimestre abbiamo conseguito un margine operativo, escluse spese non ricorrenti, del 12,8% (12,8% lo scorso anno), con un utile operativo, escluse spese non ricorrenti, di 2.572 milioni di corone svedesi (2.720 lo scorso anno). Solido anche il flusso di cassa, pari a 1.930 milioni (684 milioni)».
«L’area Industrial ha registrato un margine del 15,5% (15,8%), nonostante un calo delle vendite in termini organici di quasi il 7%. L’area Automotive, che in Europa ha risentito in modo significativo delle chiusure dei clienti a partire dalla metà di marzo, ha registrato un margine del 5,7%, in linea con la performance dello scorso anno, nonostante un calo delle vendite in termini organici di oltre il 13%», ha aggiunto il vertice SKF.
«Le misure precauzionali adottate dalle autorità e la riduzione della domanda complessiva hanno avuto ricadute su molti paesi e settori industriali nei quali opera SKF. Ciò si è manifestato con particolare evidenza nelle ultime due settimane di marzo, quando abbiamo registrato un calo delle vendite del 25% rispetto all’anno scorso. In India e nel Sud-Est asiatico, per esempio, le nostre fabbriche sono state chiuse, in conformità alle linee guida del governo. Anche in Italia alcuni dei nostri stabilimenti sono stati chiusi, a eccezione di quelli che forniscono le industrie strategiche. Nella maggior parte degli altri paesi le fabbriche sono rimaste operative, anche se con capacità ridotta per adeguarsi ai diminuiti livelli di domanda».
«Continuiamo a lavorare per garantire la sicurezza delle nostre sedi, prestando la massima attenzione all’igiene e al benessere personale. Nonostante le circostanze straordinariamente difficili in molte economie e società, i nostri colleghi in tutto il mondo hanno fatto un ottimo lavoro per continuare a mantenere l’attenzione nei confronti dei clienti. Sono inoltre in corso misure per limitare l’impatto finanziario della situazione generale. Queste prevedono la chiusura di siti, la riduzione dei costi e del numero di dipendenti, nonché l’aumento della flessibilità nell’ambito della forza lavoro. Quelli che dobbiamo compiere sono passi difficili ma necessari, da attuare in modo responsabile per proteggere l’azienda e assicurarci di avere le basi per riemergere da questa crisi ancora più forti».
«Ci stiamo preparando – ha concluso Danielson – a scenari di sviluppo della domanda diversi e siamo fiduciosi che saremo in grado di agire in base all’evolvere della situazione. SKF ha una solida posizione finanziaria, nonché una storia comprovata di margini resilienti e forte flusso di cassa in periodi di recessione. Detto questo, e considerata l’incertezza che caratterizza l’attuale situazione economica mondiale, non è possibile fornire un orientamento attendibile della domanda per il secondo trimestre».
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