Sarà Stefano Firpo il capo di gabinetto del Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale guidato da Vittorio Colao.
Firpo, considerato per molti versi il “padre” del Piano Industria 4.0, a maggio 2019 lasciò la direzione generale per la Politica industriale, la competitività e le PMI del Ministero dello Sviluppo Economico per assumere l’incarico di direttore generale di Mediocredito Italiano (gruppo Intesa Sanpaolo). All’epoca fu anche protagonista di una delle celebri “Quattro chiacchiere con…” della nostra rivista Tecnologie Meccaniche sedendosi sull’ormai caratteristica poltrona rossa degli ospiti in redazione.
Stefano Firpo torna così negli uffici ministeriali, dove per 7 anni ha ricoperto ruoli centrali nelle politiche per l’innovazione, nominato nel 2012 da Corrado Passera, allora Ministro dello Sviluppo Economico: all’inizio fu coordinatore della task force per l’innovazione, da cui prese forma la legge sulle start-up innovative, per poi passare al coordinamento di dossier come il Piano Industria 4.0 fino alla direzione generale per la politica industriale, la competitività e le PMI.
Poche settimane fa, Firpo ha scritto per il quotidiano Il Foglio un lungo intervento in cui segnalava i punti deboli del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) italiano sull’innovazione digitale, in particolare la mancanza d’investimenti mirati e di riforme capaci di imprimere un vero cambiamento per le imprese, ma anche per le famiglie e la Pubblica Amministrazione.
«Nella sua attuale versione, ha il merito di dedicare molte risorse al tema dell’innovazione e del digitale», aveva scritto Firpo. «Questo merito purtroppo finisce esattamente dove comincia. Non vi si trova delineato un quadro coerente di investimenti pubblici coadiuvato da un altrettanto coerente piano di riforme per abilitare e favorire gli investimenti privati in quest’area. Il piano si sostanzia in un insieme di numerose voci di spesa con qualche sparuto riferimento a interventi sul quadro regolatorio. Il rischio così è di produrre tanta spesa ma magri risultati, alimentando solo il nostro debito senza produrre crescita».
Ora il capo di gabinetto del Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale guidato da Vittorio Colao avrà modo di intervenire direttamente con la possibilità concreta di dare una svolta nella direzione auspicata, tra l’altro anche dall’Unione Europea.
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