Un recente incontro ha mostrato quanto l'interesse delle imprese italiane nei confronti del mercato statunitense sia vivo (e vivace!).
Secondo molte analisi di mercato gli Stati Uniti rappresentano un potenziale sbocco per molte aziende italiane. L’elevato numero di partecipanti fatto registrare dall’incontro tenutosi presso l’Università Carlo Cattaneo di Castellanza e dedicato ad approfondire le opportunità per le imprese italiane che vogliono investire oltreoceano ha confermato questo crescente interesse.
Organizzato da Ice-Agenzia in collaborazione con Federmacchine, la federazione dei costruttori italiani di beni strumentali, Select USA, Liuc, Case e Simest, il seminario ha avuto come focus l’analisi di ragioni, vantaggi e modalità di presidio del mercato USA.
Con 4.200 imprese, 146.000 addetti e un fatturato che si è attestato nel 2013 a 29 miliardi di euro, l’industria italiana costruttrice di beni strumentali risulta particolarmente predisposta a operare sui mercati stranieri cui destina circa il 75% della produzione, distribuita sia nei mercati emergenti, quali Cina e India, sia in quelli affermati come Germania e Stati Uniti.
“Dopo il crollo registrato nel 2009, l’export italiano di settore in USA è tornato a crescere in modo costante, fino a raggiungere quota 1,9 miliardi di euro nel 2013. – ha affermato Alfredo Mariotti, segretario generale Federmacchine – Valore che fa degli Stati Uniti il terzo mercato di sbocco dell’industria italiana del bene strumentale”.
Al termine della sessione mattutina dedicata alla presentazione delle opportunità Made in USA per il Made in Italy, i professionisti e esperti internazionali invitati da Ice-Agenzia hanno risposto alle domande degli imprenditori interessati a chiarire dubbi e incertezze su come rendere più efficace la propria presenza negli Stati Uniti.
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